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Smart working per la PA: è davvero possibile o è poco efficiente?

Centinaia di dipendenti pubblici durante questa pandemia hanno iniziato a lavorare da casa in condizioni di emergenza e senza una vera e propria organizzazione da parte dell’Ente. Questo ha portato sicuramente a delle proteste da parte dei cittadini e le critiche non sono mancate, facendo passare di fatto il messaggio che il lavoro agile da casa per la pubblica amministrazione non portava a potenziali benefici.

Oggi abbiamo imparato a conoscere bene lo smart working, una modalità che permette al lavoratore dipendente di avere un certo grado di flessibilità e autonomia per quanto concerne la scelta di tempi, spazi e strumenti di lavoro, prendendosi poi la responsabilità sui risultati del lavoro in base alle proprie scelte. Con il primo lockdown la quota di lavoratori da remoto è salita sino ad un picco di 7 milioni in pochissimo tempo, per poi assestarsi a circa 5 milioni.

In questo scenario, si inserisce la proposta del ministro Brunetta che vuole ridurre al 15% i dipendenti pubblici che potranno lavorare da casa. Questa proposta arriva ovviamente da molte segnalazioni di lavoro poco efficiente, come ritardi su procedure burocratiche, fatica di accesso agli sportelli degli uffici pubblici e ritardi su vari permessi, per esempio di costruzione o ristrutturazione.

Quali sono gli step di questa proposta?

Lo smartworking semplificato per la pubblica amministrazione è possibile fino alla fine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021. Quindi fino alla fine dell’anno ogni amministrazione pubblica può chiedere ai propri dipendenti di lavorare da remoto, magari per alcuni giorni la settimana. Non c’è un numero limite dei dipendenti che possono effettuare il lavoro agile, l’importante è garantire l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese in maniera regolare, efficiente e continuativa.

A partire dal 15 Ottobre, però, ci sarà un rientro graduale negli uffici da parte dei dipendenti pubblici dotati di green pass, che sarà obbligatorio per accedere al luogo di lavoro, e di fatto questa data sancirà il passaggio da lavoro agile a modalità ordinaria. I primi a tornare saranno proprio i lavoratori degli sportelli, poi i lavoratori del back office, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle periferiche.

Dal primo gennaio 2022 ogni amministrazione con più di 50 dipendenti entro il 31 gennaio di ogni anno deve redigere il Piano Integrato Attività e Organizzazione (Piao) con gli obiettivi programmatici e strategici della performance e la strategia di gestione del capitale umano, quindi anche il ricorso al lavoro agile definito nel Pola, il piano organizzativo di lavoro agile con la quota minima del 15% di dipendenti da remoto. Per le amministrazioni che non presenteranno il Pola, la quota di lavoro agile sarà comunque del 15%.

Nell’ambito di queste nuove regole si inseriscono i sindacati che lavorano ad una definizione di lavoro agile per i dipendenti pubblici che sia finalizzato a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo un equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa. Secondo la prima bozza sarà necessario un accordo individuale scritto con orari, giornate in smartworking, in ufficio e in sede remota. Il contratto prevede 3 fasce di lavoro da remoto: operatività, contattabilità, inoperatibilità. Sono facilitati allo smartworking i genitori con figli minori di 3 anni o disabili e dipendenti con disabilità.

urbismap geoportale

Ma lo scenario è davvero quello di una PA inefficiente?

Ci conoscete ormai da qualche tempo e sapete bene quanto teniamo al rimodernamento digitale della pubblica amministrazione. Tutti i nostri servizi hanno questo obiettivo. Urbismap nasce proprio con l’obiettivo di poter avere informazioni da remoto in qualsiasi momento, quindi un alleato molto importante per la pubblica amministrazione, che ne ha avuto un’esplosione di utilizzo durante questa pandemia e nello specifico durante il primo lockdown dove, come abbiamo visto prima, circa 7 milioni di persone erano in casa.

Portiamo, quindi, la nostra esperienza a riguardo e rispondendo alla domanda sull’inefficienza delle PA noi possiamo rispondere che no, non sono inefficienti! Anzi, se a disposizione hanno sistemi e processi digitali che le supportano e che le permettono di offrire al cittadino un servizio sempre più rapido e puntuale, lo Smartworking può rivelarsi anche più produttivo per i dipendenti e semplificativo per i cittadini.

Il Geoportale Urbismap insieme al nostro servizio di Dematerializzazione, di interoperabilità e di Gestione dello sportello Suape, garantiscono una continuità e risulteranno alleati perfetti quando da gennaio 2022 le amministrazioni dovranno redigere il Piao (piano integrato attività e organizzazione) e il Pola (piano organizzazione lavoro agile).

Ora tocca a voi: scrivete nei commenti la vostra opinione a riguardo. Smartworking si o no? La Pubblica Amministrazione, tirando le somme, è stata meno o più produttiva pre-pandemia?

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