UrbisMap: caricati più di 100 nuovi dati urbanistici sul Geoportale!

Il nuovo anno è iniziato da pochi mesi e in un batter d’occhio siamo già arrivati a Marzo!

Il tempo è volato, ma le novità sono già tante: è stato fatto un grande lavoro di aggiornamento dati urbanistici sul Geoportale, abbiamo ripreso il nostro amato UrbisMap Tour con le prime tappe in Sardegna e la previsione di nuove date oltre Isola nei prossimi mesi e abbiamo attivato la prima convenzione con l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Cagliari.

Tra la fine del 2023 e i primi mesi di questo 2024 sono stati caricati sul nostro webgis più di 100 nuovi dati, aggiornati a livello nazionale. 

Molti dei piani urbanistici, soprattutto PUC e PRG, pubblicati negli ultimi mesi, riguardano la Sardegna (per esempio con Triei, Terralba, Carloforte…), la Campania (Procida, Bosco Reale, Caserta…), la Liguria (Ceriale, Beverino, Alta Val Tidone…) la Sicilia (Messina, Agrigento, Modica..) e il Lazio (Alatri, Orte…).

Delle significative implementazioni a livello nazionale legate ai layers sono state sicuramente:

  • Mappa nazionale del dissesto idrogeologico ISPRA, che fornisce il quadro di riferimento sulla pericolosità per frane e alluvioni di tutto il territorio nazionale e gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, imprese, beni culturali e immobili.
  • Mappa delle cabine primarie, fondamentale per individuare le cabine di alta tensione alle quali aziende e privati che vogliono dar vita ad una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) potranno allacciarsi. 
  • Carta Geologica, che offre un quadro generale delle informazioni geologiche di una determinata area, molto utile in fase di programmazione territoriale, soprattutto per la prevenzione e riduzione del dissesto idrogeologico.
  • Carta della Natura, utilizzata per le valutazioni ambientali, individuazione delle reti ecologiche, pianificazione e analisi degli scenari di un territorio.

Tra i dati urbanistici pubblicati recentemente ricordiamo anche:

-Il Piano di Classificazione Acustica di Triei, Esterzili, Tula e Ceriale

-La variante del PAI di Olbia (2023)

-La variante del reticolo idrografico e fasce di strahler di Sant’Antioco

-La variante al PAI (piena) di Sant’Antioco

A livello regionale, sono stati implementati numerosi e importanti strumenti urbanistici della Calabria, nello specifico il PAI (piena, frana e erosione costiera) e la vincolistica che ricade sui territori della regione.

Sono stati caricati inoltre gli usi civici di ben due comuni: Pattada e Cabras (Sardegna).

Come ti avevamo già raccontato in questo precedente articolo, gli usi civici possono risultare spesso complessi, soprattutto la loro esatta collocazione rispetto al territorio.

Negli ultimi anni, soprattutto in Sardegna, i terreni ad uso civico sono stati al centro di numerosi dibattiti e di riforme legislative, mirate a garantire una migliore e maggiore gestione di tali risorse.

Avere a disposizione una loro mappatura è dunque un bene preziosissimo che semplifica non pochi processi urbanistici.

Cogliamo anche l’occasione per ricordarti che, fra i tanti servizi dedicati alla Pubblica Amministrazione, UrbisMap offre, per i Comuni che lo richiedono, il servizio di ricerca e mappatura dei terreni ad uso civico.

Lavori per una Pubblica Amministrazione e vuoi ricevere maggiori informazioni sul nostro servizio legato agli usi civici? Contattaci tramite e-mail: info@urbismap.com

Come consultare i nuovi dati urbanistici pubblicati sul Geoportale

dati urbanistici, mappa dissesto idrogeologico

Tutte le novità appena descritte sono disponibili con la versione Freemium di UrbisMap. Per cui, per visualizzarle e consultarle, ricordati di accedere al tuo account UrbisMap.

Non ne hai ancora uno? Registrarsi è gratuito e semplicissimo, basterà solo un indirizzo e-mail, cosa aspetti?

Dopo aver effettuato l’accesso troverai tutti gli aggiornamenti tra la seconda e la terza tab, ovvero la tab dati e la tab layers.

Qui potrai effettuare la tua ricerca tramite l’apposita barra, filtrando per territorio regionale (ad esempio inserendo la parola chiave “Sardegna” o “Liguria”) oppure inserendo direttamente il nome del piano specifico (ad esempio “carta geologica”). Cliccando su uno dei risultati ottenuti con la ricerca il piano verrà visualizzato sulla mappa

In alternativa, puoi ricercare i dati interrogando direttamente la mappa, cliccando sul punto geografico di tuo interesse e visualizzare nell’area di dialogo a destra, e all’interno della tab dati, le informazioni urbanistiche riguardanti quel punto.

L’obiettivo principale di queste pubblicazioni è quello di implementare sempre più dati per offrire un sistema unico e completo a cittadini, tecnici, liberi professionisti ed enti pubblici, su cui consultare piani urbanistici, normative e vincoli di tutto il territorio nazionale. 

Vuoi avere accesso a più strumenti? Passa a UrbisMap Premium!

Con l’abbonamento a Premium, disponibile nella versione da 12 o 24 mesi, tecnici e liberi professionisti che operano nel settore dell’edilizia, dell’urbanistica, delle energie rinnovabili e dell’immobiliare, hanno accesso a strumenti avanzati e dedicati pensati per semplificare tantissimi processi legati alla loro professione.

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Se invece vuoi ricevere informazioni più specifiche riguardo i nuovi dati pubblicati sul Geoportale, scrivici utilizzando il form sottostante!

Digitalizzazione della PA: archivi comunali digitali

Gli Enti, e in generale tutta la PA, risentono della gestione cartacea tradizionale della documentazione degli archivi, che occupano molto spazio fisico e non sempre vengono conservati in strutture idonee.

Il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è una priorità a livello nazionale, nonché una delle missioni principali del PNRR.

Nel 2020, con il Superbonus 110%, si è verificato un boom di richieste di accesso agli atti pervenute presso gli uffici tecnici comunali, molti dei quali impreparati a gestire l’enorme mole di lavoro; per poter avviare l’iter previsto dal superbonus è necessario verificare, infatti, la regolarità edilizia e urbanistica dell’intervento.

 Questo ha fatto emergere la difficoltà nel ricercare le varie pratiche e le tempistiche annesse. 

Gli archivi delle pratiche edilizie storiche cartacee, costituiscono infatti, un grosso ostacolo nella gestione quotidiana dell’ufficio che risulta essere molto onerosa sia in termini ambientali, sia procedimentali, di condivisione, di archiviazione e sicurezza, oltre a comportare tempi di consultazione elevati, rischi di perdita o smarrimento e degradabilità della materia.

La digitalizzazione delle pratiche edilizie diventa dunque necessaria oltre che prioritaria e uno tra i primi interventi ai quali dedicarsi per l’efficientamento dei servizi comunali. Questo processo garantisce la validità legale, la leggibilità dei documenti informatici nel corso del tempo, la riduzione dei costi di gestione e mantenimento, l’accessibilità e la fruibilità dei documenti anche da remoto.

Il lungo processo di digitalizzazione

Approfondiamo insieme il complicato processo di digitalizzazione di un archivio comunale, tutte le fasi preliminari e il ruolo fondamentale dell’archivista.

Partiamo col dire che i Comuni hanno l’obbligo annuale di conservare, ordinare e inventariare i propri archivi, suddividendoli in: archivio corrente, archivio di deposito e archivio storico, assegnando ad ogni pratica una posizione.

 Questo ovviamente implica delle spese economiche e di personale dedicato, non sempre facile da trovare.

La digitalizzazione dei documenti dell’archivio deve essere un processo ben strutturato che consenta di riprodurre il più fedelmente possibile in digitale, tutte le informazioni che descrivono e contestualizzano ogni pratica.

Per poter procedere alla digitalizzazione è necessario e obbligatorio che l’archivio sia riordinato e schedato, ed è qui che entra in gioco il ruolo dell’archivista, fondamentale in questa fase.

Il riordino dell’archivio

Il compito di riordinare l’archivio cartaceo spetta all’archivista ed è suddiviso in diversi step:

  • Il primo è quello del sopralluogo, durante il quale l’archivista deve verificare lo stato dell’archivio 
  • Redazione del progetto, che dovrà essere presentato e approvato dalla Soprintendenza archivistica, e comprende: una fase di schedatura di tutti i documenti presenti nell’archivio, che permette di scoprire le pratiche di ogni faldone, di conoscere tutto ciò che è effettivamente contenuto all’interno dei documenti e di riordinarli per come sono stati prodotti dall’Ente; il riordino prima virtuale e poi fisico di tutta la documentazione; fase di etichettatura, nella quale viene attribuito ad ogni faldone un numero identificativo, che verrà poi riportato anche nel file digitale dell’archivio
  • Possiamo ora procedere con la fase effettiva di digitalizzazione, durante la quale le pratiche, già riordinate, vengono scansionate e metadatate, in modo tale da accertare la validità della scansione
  • Una volta terminata la scansione, tutta la documentazione dovrà essere restituita all’Ente di appartenenza, con preliminare autorizzazione e avviso alla Soprintendenza. 

Il processo di digitalizzazione implica l’impiego di risorse economiche, di personale dedicato e strumentazione. Gli Enti, però, non sempre dispongono di tutti i mezzi necessari,  per questo motivo possono decidere di affidare il servizio ad aziende esterne autorizzate, che si occuperanno, previa richiesta di autorizzazione allo spostamento temporaneo, di riordinare, scansionare e digitalizzare i loro archivi.

UrbisMap fa parte di queste aziende e, grazie a personale dedicato e altamente qualificato, aiuta le aziende nel processo di transizione digitale offrendo loro il servizio di scansione degli archivi comunali.

Il servizio di UrbisMap

UrbisMap, tra i tanti servizi studiati per la Pubblica Amministrazione, offre la possibilità di digitalizzare gli archivi comunali.

 Vediamo, passo passo, com’è strutturato il nostro servizio!

Prima di tutto, una volta ricevuta l’autorizzazione dalla Soprintendenza, affinché l’archivio risulti schedato e riordinato, si trasferirà la documentazione presso la sede di UrbisMap. Queste fasi, in alternativa, possono essere realizzate anche in loco, per poi procedere con la digitalizzazione.

Tutte le attività saranno gestite dal personale archivistico della nostra azienda, che si occuperà di presentare il progetto alla Soprintendenza seguendo tutte le fasi precedentemente descritte.

Le pratiche verranno successivamente scansionate nel nostro ufficio dedicato e metadatate, per poi essere restituite al Comune di appartenenza.

Ad ultimo, le pratiche, verranno digitalizzate, archiviate e georeferenziate dai nostri tecnici che si occuperanno di inserire tutti i dati della pratica sul nostro Geoportale, creare il fascicolo del fabbricato sul webgis, inserendo le coordinate dell’immobile all’interno della pratica su mappa tramite, per esempio, dati catastali.

Questa pratica, già georeferenziata, verrà resa poi disponibile e scaricabile da tutti coloro autorizzati alla consultazione di quella determinata banca dati.

Quindi, perchè digitalizzare?

I vantaggi della digitalizzazione, come abbiamo visto, sono molteplici, tra i principali ricordiamo quindi:

-Facilità nel trovare e ricercare le pratiche

-Preservare il deterioramento della carta e la sua conservazione

-Archivio sempre riordinato

-Eliminare le difficoltà di trattamento e di gestione della carta e il costo economico annesso.

I fondi PNRR

Per incentivare la Pubblica Amministrazione a partecipare attivamente al processo di trasformazione digitale, il PNRR ha attivato diverse Misure e riservato fondi mirati al raggiungimento di questo obiettivo. 

Come è emerso dal webinar “PA digitale 2026: guida pratica per superare con successo i controlli formali previsti dagli Avvisi PNRR”, organizzato dal Dipartimento della transizione digitale insieme ad ANCI, i risparmi sui contributi PNRR per la digitalizzazione dei comuni possono essere utilizzati senza vincolo di destinazione. 

Per le Misure contenute nella Missione 1, infatti, viene applicata l’erogazione dei fondi per obiettivi (sistema c.d. sistema “lump sum”) e non anche attraverso la progettazione puntuale della spesa. 

Se quindi un comune ha ricevuto dei fondi destinati alla digitalizzazione ma non li ha spesi tutti, le eventuali eccedenze possono essere impiegate acquistando ulteriori servizi mirati alla stessa finalità.

Un modo utile di sfruttare questi fondi è proprio quello di dedicarli alla scansione e digitalizzazione degli archivi: intervento che richiede tempo e  investimenti economici ma che ripaga immediatamente e quotidianamente!

Il tuo Comune ha richiesto o ricevuto i fondi PNRR per la transizione digitale? Richiedi maggiori informazioni sul nostro servizio scansioni!

PNRR: Dal 2019 ad oggi, facciamo il punto della situazione

Ormai lo sapete bene: il PNRR è un tema a noi molto caro!

Ve ne abbiamo parlato in tanti articoli del nostro blog e ad oggi, ci sembrava doveroso fare il punto della situazione per capire dove siamo arrivati, quali sono le misure in atto e le novità sul Piano.

Un piccolo passo indietro: lo scenario italiano pre pandemia e PNRR

La pandemia di Covid-19, come ben sappiamo, ha colpito l’economia italiana più di altri Paesi europei. Questo fattore è andato a incidere su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Basti pensare che tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto del 7,9%, tra il 2005 e il 2019 il numero di persone sotto la soglia di povertà assoluta è salito dal 3,3% al 7,7%, fino a raggiungere il 9,4% nel 2020. 

L’Italia inoltre, risulta essere particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici e all’aumento delle ondate di calore e delle siccità.

Riportando le stime dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), nel 2017 ben il 12,6% della popolazione viveva in aree considerate e classificate ad elevata pericolosità di frana o a rischio alluvioni, dato già peggiorato rispetto al 2015. 

Insomma, lo scenario non era dei migliori già nel periodo pre pandemico e una delle cause è stata sicuramente l’incapacità di cogliere le molteplici opportunità legate alla rivoluzione digitale.

Evince dunque che l’Italia debba necessariamente modernizzare la sua Pubblica Amministrazione, rafforzare il suo sistema produttivo e agire maggiormente verso il contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze. 

La risposta alla pandemia

Abbiamo visto la situazione presente prima del 2019, ma qual è stata la risposta alla crisi pandemica?

L’Unione Europea ha risposto alla pandemia da covid-19 con il Next Generation EU (NGEU), un programma molto ambizioso che prevede investimenti e riforme mirate a favorire e accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione dei lavoratori, raggiungere una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale.

Per l’Italia il NGEU è sicuramente una grandissima opportunità di riforme, investimenti, sviluppo e riscatto. Il nostro Paese, inoltre, è il primo beneficiario dei due principali strumenti del NGEU:

  • il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) che ha una durata di 6 anni, dal 2021 al 2026, e una dimensione di 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 milioni in sovvenzioni e 360 miliardi in prestiti a tassi agevolati;
  • il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU).

Il Dispositivo RRF ha richiesto agli Stati membri di presentare un pacchetto di investimenti e riforme che devono includere sei grandi aree di intervento:

  • transizione verde
  • trasformazione digitale
  • crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
  • coesione sociale e territoriale
  • salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
  • politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani

Ed è qui che nasce il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Articolato in 6 Missioni e 16 Componenti, il PNRR ha come obiettivo l’ammodernamento del Paese, riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana e avviare il Paese ad una transizione ecologica e digitale.

Vediamo insieme quali sono le Missioni che lo compongono:

M1. “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”

M2.  “Rivoluzione verde e transizione ecologica”

M3. “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”

M4. “Istruzione e ricerca”

M5.  “Inclusione e coesione”

M6. “Salute”

La transizione ecologica, come indicato dall’Agenda 2030 dell’ONU, è alla base del nuovo modello di sviluppo italiano ed europeo e arriva direttamente dall’European Green Deal, che segna come obiettivo Europeo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e la riduzione delle emissioni serra del 55% entro il 2030.

Secondo le direttive del NGEU ben il 37% della spesa per investimenti e riforme dei PNRR deve sostenere gli obiettivi climatici, in modo tale da ridurre le emissioni inquinanti, prevenire e contrastare il dissesto del territorio, minimizzare l’impatto delle attività produttive sull’ambiente in modo da lasciare un’Italia più verde con un’economia più sostenibile alle generazioni future.  

Alla transizione digitale, invece, deve essere dedicato almeno il 20%

È previsto inoltre che, grazie al PNRR, nel 2026 il Pil sarà più alto del 3,6% rispetto ad uno scenario senza il Piano. 

Gli ultimi aggiornamenti

Possiamo affermare che molti obiettivi preposti dal 2020 ad oggi sono stati raggiunti, ma sono ancora tanti quelli da realizzare e la strada è ancora lunga.

Fra i “successi” ricordiamo per esempio l’attivazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) della Missione 1.3.1 del PNRR, che ha permesso lo scambio semplificato di informazioni tra Enti e Pubblica Amministrazione, favorendo l’interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi dati pubbliche. 

Recentemente è stata approvata una nuova proroga che riguarda proprio la Misura 1.3.1: tutti i Comuni finanziati hanno ancora circa 90 giorni a disposizione per scegliere le software house con cui avviare il processo di interoperabilità con la nuova PDND. Anche UrbisMap, da sempre sostenitore del processo di digitalizzazione della PA, ha sviluppato le proprie API. Il servizio, come spieghiamo in questo vecchio articolo, consiste nello sviluppo, pubblicazione e mantenimento degli e-service sulla PDND, che danno accesso ai dati presenti sul Geoportale.

Il nuovo PNRR

Ora il valore del Piano è pari a 194,4 miliardi di euro di cui 122,6 miliardi in prestiti e 71,8 miliardi in sovvenzioni e copre 66 riforme e 150 investimenti

A fine 2023 la Commissione Europea ha approvato il nuovo PNRR italiano, nel quale è stato incluso un nuovo capitolo dedicato all’iniziativa REPowerEU.

Per trovare i fondi necessari a attuare gli investimenti per questo capitolo, il Governo ha proposto di definanziare ben 9 investimenti dal PNRR da coprire con altre fonti di finanziamento come i fondi europei e nazionali delle politiche di coesione.

Sempre a fine 2023, il Governo ha richiesto a Bruxelles la quinta rata di finanziamenti, nella quale sono stati inseriti 52 obiettivi dal valore complessivo di 10,6 miliardi di euro.

Sono stati messi in conto importanti investimenti nei comparti dell’agricoltura per aumentare l’efficienza dei sistemi di irrigazione e per favorire la produzione di energia verde, nel settore dei trasporti pubblici con interventi come l’elettrificazione della linea ferroviaria del Mezzogiorno, nel settore culturale, sanitario, della Pubblica Amministrazione con interventi per la transizione digitale, e dell’Università, con l’assegnazione di borse di studio e il finanziamento di progetti di ricerca. Sono previsti significativi traguardi in tema di digitalizzazione, con particolare riferimento al Ministero della difesa, della giustizia, al Consiglio di Stato, all’Inps e all’Inail. 

Per quanto riguarda le riforme si può affermare che sono stati raggiunti importanti obiettivi, come la piena operatività del sistema nazionale di e-procurement per l’acquisizione di beni, servizi e informazioni per via telematica, riorganizzazione del sistema scolastico e l’entrata in vigore delle misure dedicate alla concorrenza e al quadro legislativo degli appalti pubblici.

Lultima relazione sullo stato di attuazione del PNRR della Corte dei Conti presenta i dati relativi al primo semestre 2023. Risultano conseguiti tutti i 28 obiettivi del periodo di tempo preso in analisi, portando al 34% il livello complessivo di attuazione del Piano. 

A Gennaio 2024 a Palazzo Chigi si è tenuta la Cabina di regia PNRR, con lo scopo di effettuare una verifica dello stato di attuazione del Piano ed è stata fatta una prima analisi sul conseguimento dei 39 traguardi della sesta rata, pari a 9,1 miliardi di euro, e i 74 traguardi della settima rata pari a 19,67 miliardi di euro.

Secondo il ministro degli affari europei e del PNRR Raffaele Fitto, però, alcuni interventi del PNRR da qui al 30 giugno 2026, non possono essere realizzati, come emerge dalla relazione semestrale della Corte dei Conti sullo stato di attuazione del Piano, infatti,  oltre la metà delle misure è ancora in una fase iniziale dei progetti.

 A rallentare la realizzazione del Piano contribuisce sicuramente la precarietà del personale pubblico dedicato, al momento, inoltre, non è stata fornita una descrizione dettagliata degli interventi che si intendono realizzare con il Piano, ma solo una lista degli obiettivi generali del nuovo PNRR.

Alcuni progetti, come già anticipato, sono stati dunque modificati in quanto considerati irrealizzabili o non ammissibili e rischiavano di non essere attuati nei tempi prefissati. I finanziamenti per questi progetti verranno quindi presi da altri programmi europei e nazionali in quanto il PNRR ha invece, secondo la Meloni, tempi “molto più stringenti”.

Decarbonizzazione: aziende green entro il 2050

L’emergenza climatica è di certo un tema prioritario delle agende politiche nazionali e internazionali. Una delle chiavi individuate per ridurre i gas serra è la decarbonizzazione energetica.

Quello dell’energia, infatti, risulta essere tra i principali comparti responsabili, secondo i dati dell’Unione Europea (2019), delle emissioni di CO2 contando il 77,01% del totale. Al secondo posto abbiamo l’agricoltura, con il 10,55%, seguito dal 9,10% dei processi industriali e uso dei prodotti, all’ultimo posto invece troviamo il trattamento dei rifiuti che totalizza il 3,32%.

Ma cosa si intende per decarbonizzazione?

Il termine decarbonizzazione indica il processo di riduzione del carbonio e prevede:

  • abbandono delle fonti fossili;
  • maggiore efficienza dei consumi;
  • completo approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili come l’eolico, il fotovoltaico e le biomasse.

L’obiettivo, molto ambizioso, è quello di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050.

Un processo lungo e macchinoso

Il 12 dicembre 2015, alla Conferenza di Parigi sul clima, è stato sottoscritto l’Accordo sui cambiamenti climatici: un trattato internazionale giuridicamente vincolante sul cambiamento climatico, che delinea un percorso per la decarbonizzazione, con l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C e di raggiungere il traguardo delle emissioni zero entro il 2050.

L’Accordo di Parigi è entrato in vigore il 4 novembre 2016 con la ratifica da parte di almeno 55 Paesi, tra questi sono presenti tutti i Paesi dell’UE.

L’impegno dell’Italia

Molti Paesi, tra i quali l’Italia, hanno inserito nei propri piani di ripresa dalla pandemia globale da Covid-19 una particolare attenzione alla transizione verde.

Il nostro Paese ha un obiettivo green molto importante: ridurre del 55% le emissioni inquinanti entro il 2030 per raggiungere la totale carbon neutrality entro il 2050, come secondo gli accordi del Green Deal.

Per raggiungere i risultati prefissati c’è bisogno dell’impegno da parte di tutti: dallo Stato (per quanto riguarda i finanziamenti), al contesto domestico e ancora a quello aziendale.

Le imprese sono state chiamate a ridurre le proprie emissioni, dirette e indirette, non solo in vista della tutela dell’ambiente, ma anche come scelta strategica di business a lungo termine.

Molte aziende hanno già adottato delle “soluzioni green” nei loro processi produttivi, come la digitalizzazione di molti sistemi e l’installazione e l’impiego di pannelli fotovoltaici.

Il regolamento del NGEU (Next Generation European Union) prevede che un minimo del 37% della spesa per investimenti e riforme programmata nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) debba sostenere gli obiettivi climatici.

Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 sono state apportate delle modifiche significative al PNRR legate al nuovo capitolo REPowerEU, che vertono a misure di aiuto per le imprese (PMI). Il PNRR, nel quale si parla di progressiva decarbonizzazione di tutti i settori, rappresenta un’ottima occasione per accelerare e raggiungere la transizione ecologica.

Gli investimenti del Piano sono suddivisi in 6 missioni e ben 2 di queste sono focalizzate sul tema della decarbonizzazione e sull’impiego di fonti energetiche rinnovabili.

Vediamo quali sono:

  • Missione 2, in particola la Componente 2 (M2C2), “Rivoluzione verde e transizione energetica”: si occupa della transizione energetica e della mobilità sostenibile. Trovano spazio nella Missione anche i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte dei significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità;
  • Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”: dedicata sempre alla decarbonizzazione e alla riduzione delle emissioni attraverso il potenziamento della rete ferroviaria per ridurre drasticamente la percentuale del traffico che, ad oggi, vede il 90% dei passeggeri muoversi su strada, e la digitalizzazione dei sistemi logistici.

La decarbonizzazione attraverso l’elettrificazione: una delle strade possibili

Esistono diverse strategie per avviare il percorso di decarbonizzazione, una delle possibili strade passa sicuramente attraverso l’elettrificazione.

Elettrificare i settori che risultano essere i maggiori produttori di emissioni di gas serra è dunque un passo fondamentale da compiere.

Attenzione però: l’obiettivo dell’elettrificazione, per far si che porti alla decarbonizzazione, è importante che avvenga attraverso l’investimento nella produzione di energia pulita, e quindi attraverso l’impiego di fonti energetiche rinnovabili come il solare, l’idroelettrico, l’eolico e il geotermico.

Passare semplicemente all’ elettrificazione infatti, non risolverebbe il problema delle emissioni gas serra, ma lo sposterebbe solamente dagli utenti ai produttori.

Possiamo dire quindi che la sostituzione dei combustibili fossili con l’elettricità a zero emissioni può accelerare e favorire il processo di decarbonizzazione, ma anche dell’efficienza energetica e della digitalizzazione (in particolar modo delle Pubbliche Amministrazioni), altra missione prioritaria del PNRR.

Quello della decarbonizzazione è dunque un processo lungo, macchinoso e ambizioso ed è fondamentale che tutti, soprattutto le imprese, abbiano un ruolo attivo nel perseguire tale obiettivo, definendo delle strategie concrete per raggiungerlo. Per le aziende, la decarbonizzazione rappresenta senza dubbio una sfida, perché richiede l’implementazione di nuove tecnologie, processi e materiali, ma è anche un’ottima opportunità in quanto significa efficientamento e maggiore responsabilità nell’utilizzo delle risorse. In questo contesto, i fondi del PNRR destinati alle imprese nell’ambito della Missione 2 rappresentano un grande slancio per il mercato italiano per rafforzare e trasformare il Paese con interventi mirati. 

UrbisMap: il servizio di Esternalizzazione SUAPE

L’istituzione del SUAPE ha avuto un ruolo cardine all’interno della digitalizzazione delle Pubbliche Amministrazioni.

Nel 2017 il servizio è stato introdotto anche in Sardegna e questo ha permesso di riunire, all’interno di un unico portale telematico, tutti i procedimenti amministrativi legati all’edilizia e alla produttività.

Con il SUAPE, quindi, chi vuole avviare o sviluppare un’attività in Sardegna, oppure tutti coloro che devono realizzare un intervento edilizio, hanno finalmente un unico strumento per interagire con i vari Enti e interlocutori.

Ora, il cittadino può presentare per via telematica la propria pratica al SUAPE senza limiti di orario e senza l’obbligo di recarsi fisicamente in un ufficio.

Quali sono i vantaggi del SUAPE?

  • Semplificazione: avere un unico portale di riferimento permette al cittadino di non doversi rivolgere a mille uffici e mille tecnici, e all’Ente di avere tutte le pratiche raccolte digitalmente nel medesimo strumento. In poche parole, tecnici, cittadini e Pubblica Amministrazione parlano finalmente la stessa lingua, semplificando gran parte del lavoro di entrambe le parti;
  • riduzione dei tempi: tutte le procedure vengono presentate per via telematica e vengono inoltrate automaticamente all’Ente di riferimento, che si ritroverà una sorta di “scrivania elettronica” pronta da lavorare. Al termine della procedura, il cittadino ottiene una ricevuta automatica che attesta la presentazione e la presa in carico della pratica da parte del sistema;
  • trasparenza: tutte le pratiche vengono raccolte, registrate e firmate digitalmente, questo fa sì che i dati siano sempre consultabili sia dal cittadino che dall’Ente e che vengano conservati sotto forma di storico all’interno del portale;
  • universalità: finalmente tutte le pratiche vengono inviate con la stessa procedura da parte di tutti i cittadini, creando così una modalità universale di presentazione della richiesta. Al contempo, anche gli Enti riceveranno le pratiche in maniera predefinita e uguale per tutti.

Per poter inviare la pratica è necessario compilare la DUA (Dichiarazione Unica Abilitativa) e la modulistica necessaria; una volta spedita, la pratica verrà poi inoltrata all’Ente di competenza.

Ad oggi la gestione delle pratiche è in mano a Comuni e Unioni di Comuni che possono decidere di affidarsi ad aziende esterne che si occupano di svolgere e offrire quel determinato servizio per l’Ente.

Perchè delegare?

Gli Enti, spesso scarni di personale ma soprattutto di tempo, hanno reso il servizio altalenante, portando così all’esternalizzazione del SUAPE.

È qui che entra in gioco UrbisMap!

Il servizio di UrbisMap

Sostituendoci di fatto all’organigramma della PA, il nostro servizio garantisce la gestione, il supporto e la verifica formale delle pratiche SUAPE tramite personale altamente qualificato e performante.

Vediamo sinteticamente in cosa consiste il nostro servizio:

  • Set-up iniziale del Portale SUAPE comunale, con la predisposizione e il caricamento dei nuovi modelli su carta intestata;
  • Accesso accreditato dei nostri operatori allo sportello comunale e ai propri servizi di protocollazione;
  • Attivazione del servizio, con assistenza telefonica al pubblico 5 giorni alla settimana e, se richiesto, Front Office settimanale presso gli uffici dell’Ente;
  • Verifica formale, soccorso istruttorio, avvio dei procedimenti, indizione conferenze e rilascio dei provvedimenti;
  • Pre-istruttoria urbanistica tramite il Geoportale UrbisMap, in base alle dichiarazioni indicate nella modulistica sulla presenza di vincoli paesaggistici e idrogeologici;
  • Assistenza agli Enti terzi per una maggiore comprensione dei procedimenti in corso, velocizzando così il rilascio dei pareri.

I vantaggi di affidare l’esternalizzazione SUAPE a UrbisMap

UrbisMap garantisce ai cittadini un servizio puntuale e dedicato, inoltre consente alle Unioni e ai singoli Comuni di alleggerire la propria mole di lavoro, prendendo in carico le pratiche presentate dal cittadino tramite lo sportello regionale, sottoponendole a verifica formale e presentandole poi al tecnico di competenza.

Ma perchè scegliere proprio UrbisMap?

Grazie all’ausilio del Geoportale UrbisMap, i nostri tecnici effettuano un controllo diretto delle pratiche sul nostro webgis, che viene messo anche a disposizione degli Enti. Questo cruciale passaggio permette di velocizzare il processo istruttorio e la verifica sulla veridicità delle autocertificazioni pervenute sul portale. Al tempo stesso il Geoportale è disponibile anche ai cittadini, sarà dunque più semplice anche per loro ricercare e individuare norme e regolamenti edilizi che li guideranno ad una corretta compilazione delle pratiche da presentare.

In sostanza, UrbisMap funziona da ponte che unisce tecnici, Pubblica Amministrazione e cittadini, che hanno finalmente a loro disposizione uno strumento unico ma soprattutto unificatore.

Se lavori per un Ente pubblico, un Comune o un Unione di Comuni, e vuoi avere maggiori informazioni sul servizio di esternalizzazione SUAPE di UrbisMap, puoi scriverci tramite il form sottostante. Ti risponderemo in brevissimo tempo per fornirti tutti i dettagli, anche economici, sul servizio.

UrbisMap: salutiamo il 2023, accogliamo il 2024!

Il 2024 bussa ormai alla porta: concludiamo il capitolo di un anno ricco di sfide, successi e crescita, ripercorrendo il viaggio che è stato il 2023 per la nostra azienda.

Come sempre, facciamo insieme un riassunto di quelli che sono stati i momenti chiave dell’anno che sta per finire per UrbisMap.

Da Gennaio sono cambiate tante cose: è stato un anno dedicato allo sviluppo della nostra azienda tra eventi e duro lavoro per migliorare tutti quegli aspetti che rendono unico il Geoportale UrbisMap!

Urbis Tour

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Un grandissimo trampolino di lancio per noi è stato l’avvio dell’ “Urbis Tour” che ci ha permesso di incontrare tecnici, liberi professionisti e Pubblica Amministrazione e soprattutto di poterci confrontare con loro.

Ma in cosa consiste?

Sono, essenzialmente, delle giornate, organizzate in tutta la Sardegna e dedicate alla formazione, durante le quali presentiamo e formiamo i partecipanti sul funzionamento di tutte le versioni di UrbisMap: Freemium, Premium e Premium PA.

La nostra prima tappa è stata Olbia verso fine Settembre, per poi spostarci in altre località della Sardegna come a Monserrato, per un evento formativo dedicato ai Geologi e siamo stati invitati a Cagliari presso la sede degli Architetti per un altro evento dedicato al loro Ordine. 

Una tappa d’eccezione è stata Genova, in cui siamo atterrati in occasione della 40esima Assemblea ANCI, alla quale abbiamo fieramente partecipato in qualità di unico espositore tech sardo.

Durante l’Assemblea, abbiamo potuto presentare UrbisMap a livello nazionale e il nostro focus principale è stata la Pubblica Amministrazione. Entrambi sono stati motivi di grande orgoglio per la nostra azienda.

Piccolo grande spoiler: il tour continuerà anche nel 2024, quindi se non abbiamo ancora tenuto un evento nel tuo Comune ma ti piacerebbe organizzarne o richiederne uno, scrivici, siamo sempre a disposizione!

UrbisMap’s Academy

urbismap's academy

Un’altra grande new entry è stata la UrbisMap’s Academy! 

Premessa: non siamo una scuola di formazione, ma ci piace, e pensiamo che sia importante, investire nei talenti e trasmettere il nostro sapere a nuove persone. Per questo motivo, a novembre, abbiamo ideato e lanciato il nostro primo corso di formazione per diventare tecnico GIS.

Il corso, rivolto ad ingegneri, architetti, geometri, geologi e periti, ma anche appassionati della materia e studenti, è mirato a fornire le basi, immediatamente pratiche, per realizzare e gestire sistemi informativi territoriali, che serviranno nella professione di tecnico GIS in ambito urbanistico, edilizio, ambientale e tecnologico.

Passiamo alle novità tecniche!

Iniziamo col botto: UrbisMap Premium

Come ben sai, nel 2023 abbiamo lanciato il nostro, ma anche vostro, amato Pacchetto Premium, il servizio in abbonamento dedicato a tecnici e liberi professionisti.

Grazie ai suoi strumenti avanzati, UrbisMap Premium semplifica ogni giorno il lavoro di architetti, ingegneri, geometri, geologi, periti e non solo!

È stata la novità sicuramente più apprezzata e per questo vi ringraziamo con tutto il cuore: è una soddisfazione immensa per noi ricevere i vostri feedback e i vostri consigli su come migliorare un prodotto, che già così com’è, state amando!

Già da adesso, ma ancora di più nel 2024, stiamo lavorando e continueremo a lavorare e a migliorare le funzioni del Pacchetto Premium, apportando numerose migliorie anche grazie ai vostri preziosi consigli.

Insomma, Premium è l’alleato ideale se lavori nel settore dell’edilizia, dell’immobiliare e delle energie rinnovabili, quindi se non l’hai ancora acquistato, cosa stai aspettando? Per l’anno nuovo, regalati un lavoro più semplice e veloce, acquista subito!

Cos’è cambiato all’interno del Geoportale?

Se utilizzi spesso UrbisMap, ti sarai sicuramente accorto che sono cambiate un po’ di cose.

Grazie al lavoro dei nostri tecnici abbiamo potuto migliorare l’interfaccia del Geoportale, rendendola più leggibile, chiara e funzionale. È stato possibile, inoltre, affinare i servizi già in essere per la Pubblica Amministrazione, migliorare la qualità dei dati presenti su UrbisMap.com, aggiungerne di nuovi e potenziare il back e il front-end di tutto il sistema.

I buoni propositi per il 2024!

Cosa ci aspettiamo dal 2024? Se le aspettative sono alte, le ambizioni lo sono ancora di più!

Fieri di quello che abbiamo raggiunto nel 2023, per il nuovo anno abbiamo come obiettivo una crescita a 360 gradi, che vedrà protagoniste tantissime novità legate a tutti gli aspetti di UrbisMap

Sicuramente presenteremo un Pacchetto Premium aggiornato, migliorato e ancora più performante, proprio imperdibile insomma! (Ti ho già detto che per il nuovo anno sarebbe proprio un bel regalo? Dagli un’occhiata dai!

L’Urbis Tour, come già annunciato, non si fermerà..anzi: prevediamo di portare UrbisMap in maggiori posti possibili! Per il momento abbiamo già in programma alcune date in Sardegna, ma speriamo di riuscire a organizzare qualche tappa in Italia, accrescendo la presenza di UrbisMap a livello Nazionale

Anche l’ Academy prevede interessanti novità: il corso per tecnico GIS è stato un successo e, perchè no, potrebbe ripetersi anche nel 2024! Quindi, se sei interessato, contattaci subito e scrivici quale argomento ti piacerebbe affrontare nei nostri corsi!

Il super recap di fine anno è terminato, giuro, grazie per essere arrivato fino alla fine di questa lettura! Ti vogliamo ringraziare anche per l’anno trascorso insieme e per la fedeltà riposta.

Approfittiamo di questo momento per augurarti sinceramente delle serene e felici feste, tieniti pronto: le novità del 2024 sono vicinissime!

A presto, UrbisMap Staff.


PNRR e interoperabilità tra Pubbliche Amministrazioni

Prosegue la strategia di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione promossa dal Dipartimento della Funzione Pubblica e AGID, per cui tra gli obiettivi principali dettati dal Piano triennale per l’informatica emerge la necessità di rendere sempre più accessibili i dati pubblici, ovvero renderli fruibili e condivisibili tra amministrazioni per le più disparate finalità.

Il piano triennale mette quindi in evidenza le azioni strategiche da perseguire per la Pubblica Amministrazione, tra cui l’utilizzo e la valorizzazione degli open data, dati che oggi vogliono essere gestiti e conservati secondo i principi dell’interoperabilità, allo scopo di incentivare lo sviluppo economico e la semplificazione dei processi pubblici.

Per concretizzare questa strategia, il PNRR ha previsto l’attivazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) progetto condotto dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e da PagoPA S.p.A. con cui sono state attivate le misure di finanziamento rivolte ai Comuni per lo sviluppo dell’interoperabilità dei propri sistemi informativi.

Piattaforma nazionale PDND e interoperabilità

La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) è lo strumento attraverso il quale si perseguiranno le attività di valorizzare il capitale informativo pubblico, semplificando i processi di consultazione dei dati tra Enti e riducendo la richiesta degli stessi da parte di imprese e cittadini. Gli Enti che aderiranno alla piattaforma potranno finalmente comunicare tra loro in modo semplice, veloce e sicuro, semplificando i rapporti tra loro e con i privati.

La piattaforma nasce con un duplice scopo: favorire l’utilizzo del patrimonio informativo di proprietà degli Enti pubblici e consentirne la consultazione da parte dei soggetti con diritto ad accedervi. Per farlo, la PDND promuove l’interoperabilità dei sistemi informativi già in dote agli Enti, come ad esempio UrbisMap, e dei gestori di servizi pubblici.

La PDND funziona tramite interfacce digitali chiamate API (application programming interface), ovvero “punti di accesso” che connettono le banche dati e i software delle amministrazioni con la piattaforma. Ogni Comune può aderire alla PDND e pubblicare le proprie API per attivare l’interoperabilità dei propri sistemi informatici con la Piattaforma nazionale, grazie alla quale avranno accesso alle informazioni e ai dati resi disponibili dagli altri Enti.

L’adesione alla Piattaforma Digitale Nazionale Dati verrà resa obbligatoria entro il 30 settembre 2023, concretizzando così la strategia di digitalizzazione dettata dal piano, per cui è fondamentale per i Comuni approfittare oggi delle misure di finanziamento messe a disposizione dal PNRR per lo sviluppo delle API che connettano i software e i gestionali dell’Ente con la piattaforma nazionale.

Le API di UrbisMap e il nostro progetto di interoperabilità

UrbisMap, da sempre promotore delle iniziative del PNRR, aderisce attivamente alla misura Misura 1.3.1 “Piattaforma Digitale Nazionale Dati” rivolta ai Comuni dal PNRR, progettando le API di interoperabilità che consentono agli Enti, con attivo un abbonamento avanzato del Geoportale, di connettersi alla nuova Piattaforma nazionale.

La Misura, studiata a fine 2022 anche per i Comuni, consente a questi ultimi di candidarsi per l’ottenimento di un contributo economico volto allo sviluppo delle proprie API da integrare al PDND. La dimensione del contributo varia in base alla dimensione del Comune in termini di popolazione, ovvero più un Comune sarà popolato più avrà diritto ad un contributo che copra, in tutto o in parte, lo sviluppo di più API. I Comuni sono quindi stati divisi in 7 fasce:

  • Fasce 1 e 2: Comuni fino a 2.500 abitanti e abitanti compresi tra 2.501 e 5.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 1 API;
  • Fascia 3: Comuni con abitanti compresi tra 5.001 e 20.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 2 API;
  • Fascia 4: Comuni con abitanti compresi tra 20.001 e 50.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 3 API;
  • Fascia 5: Comuni con abitanti compresi tra 50.001 e 100.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 4 API;
  • Fascia 6: Comuni con abitanti compresi tra 100.001 e 250.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 5 API;
  • Fascia 7: Comuni con abitanti maggiore di 250.000, è previsto il contributo per l’erogazione di 6 API.

UrbisMap sta già sviluppando le proprie API le quali consentiranno agli Enti di rendere interoperabili i dati presenti sul Geoportale con il PDND, quindi:

  • API Catasto: consentirà di cercare e consultare i dati catastali dell’Ente;
  • API Piani Urbanistici: consentirà di cercare, sulla base dei loro attributi, le informazioni urbanistiche legate ad uno o più piani comunali;
  • API Normativa: consentirà di ricercare intere norme o singoli articoli di un piano sulla base degli attributi specifici di quest’ultimo.

L’Ente interessato può contattarci già da ora, per conoscere tutti i dettagli del servizio offerto da UrbisMap, e al contempo procedere alla candidatura per la richiesta del contributo sull’apposita sezione del sito dedicato alla Misura 1.3.1 del PNRR, cliccando sul bottone “candidati” entro le 23:59 del 19 Maggio 2023. Se l’esito della candidatura sarà positivo, il Dipartimento della funzione pubblica comunicherà l’ammissione al Comune, che potrà quindi procedere ad affidare il servizio e avviare le attività del progetto di interoperabilità.

C’è tempo sino al prossimo 19 maggio, contattaci utilizzando il form sottostante per conoscere il progetto di interoperabilità di UrbisMap e avere tutte le informazioni necessarie a inviare la candidatura in tempo per il contributo del PNRR.

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    Urbismap: pubblicati i piani nazionali di zone sismiche e climatiche

    Negli ultimi anni stiamo assistendo a forti e preoccupanti cambiamenti climatici che stanno destabilizzando la struttura dei nostri territori, non solo nazionali, ma mondiali. Questo da il via ad una concatenazione di episodi naturalistici importanti, come alluvioni o terremoti, che scombussolano l’assetto ambientale a cui eravamo abituati. Mettiamo dentro questo prospetto una guerra tra potenze mondiali che sono in grado di influire sulla nostra quotidianità (es: nella distribuzione del gas) e capiamo che siamo di fronte a delle importanti problematiche sociali, ambientali e climatiche che non possono più essere tralasciate.

    Sono di questi giorni le notizie che riportano una serie di terremoti nella nostra penisola e, per ridurre gli effetti sul patrimonio pubblico e privato, lo Stato già da tempo si è concentrato sulla classificazione di tutto il territorio in termini di pericolosità sismica, ovvero differenziando tutto lo stivale per zone sismiche in base all’intensità con cui il fenomeno si potrebbe presentare, definite in base allo studio degli avvenimenti passati e da cui derivano norme e regolamenti per la costruzione o l’adeguamento degli edifici, pubblici e privati.

    Recentemente è stato aggiornato il piano delle zone sismiche, in cui si suddivide il territorio nazionale in quattro zone: si va dalla zona uno che ha la probabilità più alta che capiti un forte terremoto, sino alla zona quattro dove la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa. Rispetto al passato viene ora eliminata la dicitura di territorio “non-classificato” e a ciascuna zona viene attribuito un valore d’azione sismica, di cui si deve tener conto in fase di progettazione e realizzazione delle nuove costruzioni, o durante il recupero del patrimonio esistente.

    Le novità introdotte con l’aggiornamento sono state pienamente recepite e ulteriormente affinate, grazie anche agli studi svolti dai centri di competenza (Ingv, Reluis, Eucentre). Il piano è stato recentemente pubblicato sul nostro Geoportale Urbismap, dal quale interrogando la mappa si ottiene in risposta tutta l’informativa urbanistica locale e nazionale, tra cui la classificazione sismica, accompagnata da tutte le norme, i vincoli e le regole speciali introdotte dall’aggiornamento.

    Zone climatiche nazionali

    Come detto in precedenza, siamo in un periodo di transizione dove dobbiamo fare i conti con quanto accade nel mondo. Da questa considerazione generale deriva la recente decisione del Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani di ridurre il consumo di gas nella penisola rimodulando il calendario d’utilizzo dei sistemi di riscaldamento, in luoghi pubblici e privati, regione per regione, ovvero spostando di 15 giorni l’accensione rispetto ai precedenti standard e anticipando di una settimana lo spegnimento.

    Il piano ministeriale prevede anche l’abbassamento di un grado centigrado per tutti gli edifici, che dovrà quindi settarsi a diciassette gradi per quelli ad uso produttivo e a diciannove per le restanti costruzioni, abitazioni incluse, fatta eccezione per ospedali, asili nido e scuole materne, case di riposo e piscine.

    Tutto questo è stato attuato usufruendo della classificazione climatica di tutto il territorio nazionale, data dal D.P.R. n.412 del 26/08/1993, allegato A, e le sue successive modifiche, in cui si stabilisce la classificazione climatica di oltre 8000 comuni italiani in relazione alla loro temperatura media durante l’anno. Temperature che devono necessariamente essere prese in considerazione per la definizione dei calendari legati al riscaldamento degli edifici, ma anche per la classificazione energetica degli stessi.

    Le zone climatiche italiane sono sei e vengono classificate in ordine crescente di rigidità: A (<600 GG), B (600 – 900 GG), C (901 – 1400 GG), D (1401 – 2100 GG), E (2101 – 3000 GG), F ( >3000 GG), dove per GG si intende “gradi giorno” ovvero la somma della differenza (solo quella positiva) tra la temperatura interna decretata da ogni Paese (fissata a 20°C) e la temperatura media esterna. Tanto è più alto il valore, tanto più rigido risulta il clima dello specifico territorio.

    Partendo, da questa classificazione delle zone climatiche, considerando le condizioni ambientali attuali, specifiche per ogni zona d’Italia, il Ministro della transizione ecologica ha potuto stabilire il nuovo calendario sull’utilizzo del riscaldamento, in vigore dallo scorso 22 ottobre.

    Perché consultare il piano delle zone climatiche su Urbismap?

    Urbismap da la possibilità a tutti di consultare su mappa il piano delle zone climatiche. Quest’ultimo suddivide il territorio nazionale nelle 6 zone e all’interrogazione di uno specifico territorio è possibile conoscere la specifica classificazione climatica e i GG (gradi giorno), con cui un tecnico potrà redigere le relazioni termiche necessarie per la costruzione di nuovi edifici o la ristrutturazione del patrimonio esistente, rendendo quest’ultimi più efficaci da punto di vista energetico.

    Nuovi piani anche in Sardegna: pubblicate le mappe delle aree non idonee all’installazione di impianti a fonti energetiche rinnovabili

    L’ulteriore piano appena pubblicato su Urbismap riguarda solo la regione Sardegna e individua le aree e i siti non idonei all’installazione d’impianti a fonti rinnovabili. Il piano, definito dall’Assessorato all’Industria, in collaborazione con gli Assessori della difesa dell’ambiente e degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica tramite Deliberazione n.59/90 del 27/11/2020, detta le linee guida per l’autorizzazione di specifici impianti alimentati da fonti rinnovabili, come fotovoltaico ed eolico.

    Il piano ha certamente come obiettivo la tutela ambientale e del paesaggio regionale, oltre che della biodiversità e del patrimonio storico e culturale, ma vuole anche perseguire gli obiettivi energetici previsti entro il 2030 con cui la regione, attraverso l’installazione di impianti di generazione da fonte rinnovabile, produrrà circa 2-3 TWh di energia elettrica ulteriore rispetto a quella esistente.

    Nell’ottica di fornire un quadro di riferimento il più possibile completo, su Urbismap è stato pubblicato oltre al layer del piano, che permette di visualizzare su mappa le aree e i siti classificati come non idonei all’installazione di impianti a fonti rinnovabili, anche le tavole, le tabelle e gli allegati della deliberazione, con tutti i riferimenti che consentono la più adeguata classificazione dell’area.

    Le disposizioni si applicano alle seguenti tipologie di impianto, da cui derivano ulteriori classi, per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile:

    • Impianto fotovoltaico al suolo e solare termodinamico;
    • Impianto eolico;
    • Impianto di generazione elettrica da biomasse, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas;
    • Impianto idroelettrico;
    • Impianto geotermoelettrico.

    Il riconoscimento di non idoneità di una specifica area o sito ad accogliere una tipologia d’impianto dipende anche dalle caratteristiche dimensionali dell’impianto stesso da realizzare, oltre che dall’esistenza di specifici vincoli riportati nelle restanti normative vigenti, regionali e comunali, sia per quanto riguarda aree e siti sensibili, sia per elementi presenti nel territorio (es: reti stradali o ferroviarie, aeroporti, condotte idriche, etc etc).

    Come visualizzare i nuovi piani su Urbismap

    Il procedimento per visualizzare i nuovi piani sul Geoportale è molto semplice. Tutti i piani di cui abbiamo parlato, nazionali e non, sono consultabili da qualsiasi utente interrogando la mappa su un punto di proprio interesse. Una volta entrati su Urbismap.com, possiamo cliccare sul punto geografico e visualizzare nell’area di dialogo le informazioni urbanistiche connesse al punto, quindi anche i nuovi piani pubblicati. Oppure, possiamo visualizzare il piano senza dover necessariamente interrogare la mappa, andando prima sulla tab layer e selezionando il piano specifico al quale siamo interessati, ad esempio “classificazione sismica” o “zone climatiche” o ancora “aree non idonee fonti rinnovabili”.

    Vuoi avere informazioni più specifiche su Urbismap o i Piani appena pubblicati? Scrivici, puoi farlo compilando il form sottostante.

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      Il servizio di mappatura degli usi civici comunali

      Tra i vari servizi che Urbismap offre alla Pubblica Amministrazione, e di cui non vi abbiamo mai parlato, c’è quello di mappatura degli usi civici comunali, ovvero di quei terreni, boschi e fiumi su cui gravano diritti reali perpetui di godimento che spettano alla collettività, istituiti con Reggio Decreto e Legge n.1766 del 1927.

      In Sardegna, le funzioni amministrative in materia di usi civici, compreso l’accertamento dei terreni gravati da uso civico, sono esercitate dall’Assessorato regionale dell’agricoltura, la riforma agro – pastorale e dall’ARGEA, che oltre al Regio Decreto e alla Legge n.1766 fanno riferimento alla Legge regionale n.12 del 14 marzo 1994.

      L’uso civico, a oggi, costituisce vincolo paesaggistico per cui, nei terreni in cui grava lo stesso, non è possibile l’edificazione e come tale, in caso di richieste di costruzione, è sempre necessaria l’autorizzazione paesaggistica.

      Il problema per i Comuni, però, non è tanto la gestione di queste aree, ma ancor prima la loro reale ubicazione in relazione alle mappe d’impianto catastali sulle quali vennero posizionati in origine tali vincoli.

      Ma Urbismap, cosa può fare per i Comuni per quanto riguarda gli usi civici? Vediamo nel dettaglio il servizio offerto

      Status quo degli usi civici

      Come anticipato, l’originaria ubicazione degli usi civici comunali venne redatta sulle mappe d’impianto catastali, ovvero si decretò che sul Foglio x Mappale x della mappa d’impianto, di n metri quadrati, fosse posizionato il vincolo ad uso civico. Nel tempo però, la gestione dei terreni ad uso civico in quanto tali venne meno, e le mappe d’impianto subirono non poche modifiche date da frazionamenti, fusioni e altre modifiche catastali per cui le Amministrazioni persero il controllo sulla reale ubicazione e dimensione di tali terreni.

      L’individuazione puntuale delle terre ad uso civico sull’attuale catasto diviene, quindi, non poco complessa. Motivo per cui, sempre più spesso, le Amministrazioni si affidano a professionisti e servizi esterni per l’accertamento di tali terreni, la loro attuale ubicazione e consistenza.

      Urbismap - mappatura terre usi civici comunalie

      Individuazione puntuale e mappatura degli usi civici sul catasto comunale attuale

      Negli ultimi decenni, le Amministrazioni, in primis le regioni e gli assessorati di competenza, hanno dato nuovo lustro e valorizzazione delle terre ad uso civico, istituendo bandi e finanziamenti destinati alle Amministrazioni comunali per il loro recupero. Il problema, però, stava a monte, ovvero nell’individuazione puntuale di tali vincoli sull’attuale territorio comunale, quindi sul catasto odierno.

      Per poter eseguire un’esatta mappatura delle terre destinate ad uso civico, infatti, è necessario effettuare ricerche mirate, di tipo storico, giuridico e catastale, per cui non sempre le amministrazioni comunali hanno tempo e competenze per poterle effettuare.

      Nasce così il servizio di mappatura delle terre destinate ad uso civico offerto da Urbismap.

      Il servizio è caratterizzato dall’esecuzione iniziale di diverse attività:

      • Ricerca e acquisizione delle mappe di impianto catastali comunali, presso il catasto e l’archivio di stato, e l’inventario delle terre decretate con Regio Decreto;
      • Le determinazioni e i decreti istituiti dalla Regione di riferimento;
      • Acquisizione dell’attuale catasto comunale e importazione su sistema webgis Urbismap;
      • Digitalizzazione, importazione e georeferenziazione delle mappe di impianto su sistema webgis UrbisMap, sovrapposte al catasto attuale precedentemente importato.

      La sovrapposizione del catasto storico a quello attuale è possibile grazie ad alcuni punti e perimetri che nel tempo rimangono, più o meno, invariati. Successivamente, e dopo aver georeferenziato le mappe, si inizia ad individuare la posizione delle terre gravate da uso civico sull’attuale catasto comunale.

      A questo punto, si possono avere diverse casistiche:

      • La particella identificata nella mappa d’impianto presenta la medesima geometria nella mappa catastale attuale;
      • La particella identificata nella mappa d’impianto è il risultato della somma di più particelle identificate nella mappa catastale attuale;
      • La somma delle particelle identificate non coincide perfettamente con i perimetri risultanti dalla mappa storica. In questo caso, il vincolo ricade solo su alcune porzioni di mappali che per essere identificate si tiene conto della posizione assunta sui mappali adiacenti, della georeferenziazione e della superficie dichiarata in inventario dalla Regione.

      Nell’ultimo caso, quindi, capita che delle attuali particelle catastali l’uso civico non ricada totalmente sulla sua superficie, per cui, grazie alla nostra attività di ricognizione, mappatura e georeferenziazione è possibile individuare la posizione esatta del vincolo sulla singola particella catastale.

      Consegna delle nuove mappe e del nuovo elenco delle terre ad uso civico

      Il servizio di Urbismap per le terre ad uso civico si conclude con la realizzazione della mappa completa e aggiornata degli attuali terreni gravati dall’uso civico, la sua pubblicazione sul webgis Urbismap, accompagnata da una relazione tecnico-descrittiva e una tabella su file Excel in cui si riporta il confronto tra i dati catastali attuali, quelli storici e quelli presenti nell’inventario prodotto dalla Regione di competenza.

      La pubblicazione della mappa su Urbismap, disponibile e accessibile a tutti, non solo alla Pubblica Amministrazione di riferimento, permette una miglior comprensione e individuazione del vincolo sulla totalità del territorio comunale, una maggior gestione e rispetto dello stesso, e una migliore programmazione per il recupero e la valorizzazione di tali terreni.

      Un esempio, è il lavoro eseguito da Urbismap per gli usi civici del Comune di Villasimius, come si vede dall’immagine sopra.

      Lavori per una Pubblica Amministrazione e vuoi avere maggiori informazioni sul servizio di UrbisMap dedicato agli usi civici? Scrivici utilizzando il form sottostante, oppure via e-mail a info@urbismap.com

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        Il Gis a supporto della rigenerazione urbana

        Negli ultimi anni si è diffuso sempre più il concetto di rigenerazione urbana, un nuovo modo di intendere e concepire le città al fine di renderle più smart, efficienti, abitabili e sostenibili.

        La rigenerazione urbana è un vero e proprio processo che avviene attraverso un insieme di azioni volte al recupero e alla riqualificazione di uno spazio urbano, in cui si cerca di limitare il consumo di territorio a tutela della sostenibilità ambientale, migliorando la qualità della vita del cittadino, del decoro urbano e del tessuto sociale.

        Qualche mese fa, in questo articolo, abbiamo parlato di tutte le opportunità offerte dal governo, in particolare degli investimenti previsti dal PNRR anche in ambito di rigenerazione urbana, dedicati alla costruzione e ristrutturazione di edifici pubblici, alla demolizione di quelli abusivi, alla promozione di attività culturali e sportive nelle aree riqualificate, ma anche alla sostenibilità e creazione delle aree verdi urbane.

        Investimenti destinati non solo alle grandi aree metropolitane, ma accessibili anche a realtà comunali di piccole dimensioni. Accedervi non è semplice e la concorrenza è tanta. Senz’altro, pensiamo che gli Enti che già utilizzano strumenti e servizi digitali, che semplificano alcuni dei processi valutativi e progettuali, come i sistemi GIS, sia un passo avanti agli altri.

        Quindi, come può il GIS, meglio ancora se in cloud, aiutare i Comuni nella progettazione ed esecuzione degli interventi di rigenerazione urbana?

        Il digitale per la rigenerazione urbana

        Gli Enti pubblici hanno il fondamentale ruolo di coordinare e gestire, oltre che progettare e pianificare, gli interventi di rigenerazione urbana. Per farlo hanno bisogno di strumenti digitali che semplificano tutte le sue fasi. Tra questi, troviamo sicuramente i sistemi GIS (Geographic information system), che come il buon wikipedia ci insegna, altro non sono che: sistemi informativi geografici che consentono l’acquisizione, registrazione, analisi, visualizzazione, restituzione, condivisione e presentazione di informazioni derivanti da dati geografici.

        I sistemi GIS sono, quindi, in grado di fornire dati preziosi sia per chi governa città e territori, sia per chi progetta e costruisce negli stessi luoghi. Infatti, permettono di mappare quartieri, zone, aree e ottenere informazioni utili per organizzare infrastrutture, viabilità, centri abitati, migliorando il controllo del territorio e i flussi di lavoro per la gestione delle pratiche di pianificazione.

        Tutto il mondo della progettazione, da diversi anni, è orientato verso una maggiore attenzione nei confronti della trasformazione del territorio, attraverso l’utilizzo di sistemi informatici come i sistemi GIS, o la loro integrazione con il sistema BIM (Building Information Modeling), il quale consente di migliorare tutta la gestione dei dati di progettazione e costruzione, ottimizzando i processi di pianificazione, realizzazione e gestione delle opere architettoniche.

        In questo modo è possibile valorizzare il dato informativo come elemento centrale del processo di pianificazione, unendo tramite i sistemi GIS le informazioni relative ad un edificio o un’infrastruttura con gli aspetti che caratterizzano il territorio dove è collocato.

        Il sistema GIS di Urbismap

        La digitalizzazione va a favore della rigenerazione urbana e Urbismap, in qualità di sistema GIS, fa parte di questo processo di trasformazione e innovazione. Come raccontato pù volte, infatti, Urbismap nasce come Sistema Informativo Territoriale in cloud che aiuta le Pubbliche Amministrazioni, i Tecnici e i privati Cittadini a consultare, velocemente e in ogni momento, piani urbanistici, dati catastali, vincoli e normative di tutto il territorio nazionale.

        Trasformato e arricchito di nuovi strumenti negli anni, Urbismap resta comunque lo strumento GIS che facilita, velocizza e migliora il controllo e la pianificazione del territorio in termini urbanistici, normativi, edilizi, ambientali e di gestione delle risorse pubbliche.

        Ripensare un intero quartiere o un’infrastruttura sono operazioni complesse, per cui l’utilizzo di un Geoportale come Urbismap può supportare, concretamente, gli attori coinvolti nelle scelte di sviluppo, di progettazione, di realizzazione e di gestione. Infatti, per sua natura, permette la pubblicazione e consultazione di una mole importante di dati, associati alle informazioni geografiche del territorio d’interesse progettuale.

        Inoltre, essendo in cloud e accessibile a tutti, anche al tecnico e al cittadino, facilita la collaborazione tra Pubblica Amministrazione e progettisti, integrandosi perfettamente con i sistemi di progettazione e ottenendo così un’attività di pianificazione condivisa tra chi progetta le opere, chi le realizza e chi, poi, le gestisce. In questo senso, il fulcro di tutto il sistema, è la condivisione e l’accessibilità del dato.

        Il PNRR ha dettato le linee progettuali per gli interventi di rigenerazione urbana, agli Enti resta l’onere di progettare e promuovere tali interventi, utilizzando anche sistemi come quelli di cui vi abbiamo appena raccontato, i quali garantiscono in maggior modo trasparenza, semplificazione, operatività e attuazione di ciò che si è progettato.

        Se lavori per un Ente Pubblico e vuoi avere informazioni più specifiche sul GIS di Urbismap scrivici, compilando il form sottostante.

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