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Siti contaminati e aree a rischio sanitario in Italia: facciamo il punto.

Per l’Ispra, in Italia abbiamo 12.482 siti contaminati, quindi aree territoriali a forte rischio sanitario. Nello specifico, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, per sito contaminato si riferisce a quei territori in cui l’insistenza di attività umane ha provocato nel tempo un’alterazione delle caratteristiche qualitative ambientali di suolo, sottosuolo e acque, tale da figurare come un rischio per la salute umana.

Sempre l’Ispra distingue i siti da “potenzialmente contaminati” a “con grave rischio sanitario“, questi ultimi conosciuti anche come Siti di Interesse Nazionale (SIN), di cui si contano 58 aree in tutta Italia. Si tratta, per lo più, di aree industriali dismesse e in attività, aree protagoniste di importanti incidenti con rilascio di inquinanti chimici, e aree in cui sono stati ammassati o interrati rifiuti pericolosi.

Dal 1998 vi è il forte interesse a voler bonificare tali aree, da cui nasce la normativa in materia, introdotta con il D.M. 471/99, poi modificata dal D.Lgs. 152/06 “Norme in materia ambientale”.

Qualche numero dai Siti contaminati

Dei 12.482 siti contaminati, oltre 3.000 si trovano in Lombardia, occupando quindi il primo posto in classifica come Regione con il maggior numero di aree inquinate in Italia.

Fonte: Il Sole 24 Ore – Confindustria

Dei 58 Siti di interesse Nazionale, troviamo sempre la Lombardia in testa, con 5 siti ad alto rischio sanitario, poi Piemonte, Toscana, Sicilia e Puglia con 4 siti per Regione. La Sardegna ne conta 2, uno nel Sulcis Iglesiente e l’altro a Porto Torres.

Oltre 3 miliardi di euro stanziati finora per la bonifica dei 58 siti che però tardano a compiersi. A emergere è sicuramente l’estrema lentezza della macchina burocratica italiana.

Da non tralasciare l’elevata percentuale di malattie gravi che in queste aree tendono a proliferare e il rischio mortalità più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale, con prospettiva di peggioramento.

Urbanisticamente, le aree SIN sono soggette a particolari vincoli? Ovviamente si!

Ogni area è ovviamente soggetta a vincolo, regolamentato da Decreto Ministeriale. Da UrbisMap, cliccando nell’area riconosciuta come SIN, è possibile accedere alla Normativa di riferimento e agli allegati ministeriali in cui si decreta il perimetro dell’area e gli interventi di bonifica.

In alcuni casi, qualsiasi edificabilità di suoli in siti inquinati di interesse nazionale deve essere preceduta dalla completa bonifica ambientale, come ribadito dal T.A.R. Trento con la sentenza, sez. un., 20 novembre 2013, n. 382.

Ciò significa che, finché le aree non verranno bonificate (con tutte le note negative che ne comporta a livello di salute), a fermarsi sono l’attività edilizia, l’occupazione e l’economia.

Strumenti di webgis possono aiutare a velocizzare i processi di bonifica sul territorio da parte degli organi competenti? Assolutamente si! Semplificando soprattutto i processi di analisi prima e monitoraggio dopo.