Urbanistica: quale futuro per città e territorio dopo la pandemia?

La pandemia da Covid 19 inevitabilmente ha influito nei diversi contesti in cui viviamo. In molti sostengono che ci saranno altre crisi a livello mondiale, che siano essere di carattere economico, ambientale, climatico, energetico o sanitario andranno ad influire sul nostro modo di abitare gli spazi. Difatti l’urbanistica sarà argomento principale perché dovrà ripensare il nostro modo di vivere e organizzare le città in maniera ecosostenibile.

Agli studiosi di Architettura e Urbanistica viene chiesto di interrogarsi su cosa nella progettazione architettonica e urbana, nella pianificazione urbanistica e nelle scienze del territorio è andato storto per permettere l’espansione di un virus di origine animale. Si chiede una riflessione territorialista che consenta di cogliere l’occasione per proporre un futuro differente per le città odierne e proiettarle in un futuro diverso nell’interesse delle prossime generazioni.

Il Covid 19 ha reso più evidenti alcuni aspetti delle interazioni città-territorio-ambiente, dunque è necessario elaborare azioni su misura nel rispetto delle situazioni locali e dei caratteri distintivi delle popolazioni in modo da non produrre risposte diseguali. Intervenire su inclusività, sostenibilità, innovazione dei sistemi urbani e sui fattori economici deve e può essere una risposta efficace.

Esempi dal passato

Abbiamo tanti casi che dimostrano un miglioramento causato dalla reazione alle devastanti epidemie che si sono susseguite nel corso della millenaria storia dell’uomo, dalla peste ateniese del 430 a.C. alla peste nera europea del XIV secolo, alla più recente spagnola 1919-1920. Le modalità di estensione e diffusione sono ovviamente differenti per stili di vita, igiene, scambi commerciali, mobilità personale, rivoluzione industriale e tanti altri fattori, nonostante ciò, sono molti gli esempi che si possono portare a suffragio del riconoscimento delle ricadute positive sulle città, laddove sono state gestite bene le fasi di rilancio post epidemia.

Ben noto il caso di Venezia dove le epidemie di peste, importate dai traffici marittimi, pur dimezzando ogni volta la popolazione non abbiano compromesso la sua potenza marittima. Un altro caso quello delle ripetute epidemie di colera a Napoli nell’800 che hanno portato un risanamento e una riqualificazione di quartieri storici con la realizzazione di piazze, strade e nuovi edifici. Molto più evidente la trasformazione di Parigi che per risanare la città colpita da gravi epidemie di colera nella metà dell’800, ha applicato principi igienico-sanitari per sistemare fognature e realizzare grandi viali, in quei quartieri densissimi soffocati dall’urbanizzazione sfrenata.

persone in piazza

Detto ciò, quindi, come dev’essere la città del futuro post pandemia?

La città del futuro deve tornare a privilegiare il non-costruito, spazi di relazione, spazi pubblici disponibili per tutti, che interpretino morfologia e condizioni naturali. Spazi che utilizzino strategicamente il mondo vegetale, intrecciandone la vita con quella degli abitanti, riportando l’attività agricola in ambito urbano, non solo a scala maggiore, ma anche tramite orti urbani e sistematica copertura a verde del costruito. Oggi ancora lo spazio pubblico viene pensato invaso da automobili in sosta, pensando gli spazi assumendo come prima finalità quella della circolazione.

La città del futuro deve rigenerare le periferie assicurando densità tali da garantire intensità di rapporti sociali, compresenza ed aglomerati di attività diverse, diversità espressiva del costruito, spazio a stratificazioni, plurime identità delle parti e dando caratteri ai luoghi, al non-costruito, evitando lo stanco affiancarsi di unità edilizie e tipologie omogenee.

C’è bisogno di una profonda mutazione del modo di approcciarsi al tema della formazione o trasformazione degli ambienti di vita. Bisogna scardinare convinzioni stantie e inattuali, come ad esempio quella per la quale c’è distinzione fra architettura e edilizia, pericolosa perché porta a giustificare interessi differenziati. Un sostanziale cambiamento si avrà quindi quando, abbandonate le patologie del costruire contemporaneo, gli ambienti di vita non verranno più trasformati aggiungendo edifici e oggetti, ma avvalendosi soprattutto di relazioni immateriali prima che materiali.

Ora tocca a voi: scrivete nei commenti la vostra opinione sul futuro della città post pandemia. È giusto reagire come è successo in passato o la nuova realtà che viviamo non permette troppo spazio di manovra?

Agente Immobiliare: il tuo asso nella manica si chiama Urbismap

Il mondo delle Agenzie Immobiliari sta cambiando, velocemente e costantemente. La trasformazione digitale prende sempre più piede e le nuove tecnologie stanno cambiando quella che è la figura dell’Agente Immobiliare: l’esigenza di stare al passo con queste tecnologie è alta perché sono mutate le esigenze di chi compra e di chi vende. Quindi del mercato!

Le competenze di un professionista rimangono sempre insostituibili, ma senza un approccio innovativo legato all’utilizzo di strumenti tecnologici c’è una grossa probabilità di perdere una numerosa fetta del proprio giro d’affari. L’utilizzo di strumenti tecnologici a supporto del lavoro nell’immobiliare permette di modellare meglio il proprio tempo a disposizione, facilitare il lavoro da remoto e migliorare il rapporto con i clienti. Si stima che il mancato utilizzo di tali strumenti potrebbe incidere fra il 30% e il 50% in termini di calo del fatturato.

Cosa può fare Urbismap per l’Agente Immobiliare?

Uno strumento tecnologico che può fare la differenza in questo senso è proprio Urbismap!

Urbismap, tramite la sua piattaforma online, permette all’Agente di lavorare in maniera semplice e veloce, facendo guadagnare tempo prezioso a tutta la sua attività. Aiuta a mostrare ai clienti il patrimonio immobiliare in carico, fornire le giuste informazioni tecniche, urbanistiche e catastali legate agli immobili e individuare eventuali condizioni urbanistico-normative che ne limitano le eventuali trasformazioni future.

Si potrebbe anche dire che l’Agente immobiliare con esperienza consolidata su un determinato territorio, riesca facilmente a bypassare l’utilizzo di tali strumenti, dotandosi delle sole conoscenze acquisite negli anni. Sappiamo anche, però, che strumenti urbanistici, norme e vincoli possono cambiare frequentemente, modificando così di fatto il valore degli immobili, in termini di mercato e di trasformazione.

Rimanere aggiornati, quindi, diventa difficile e insostenibile senza strumenti tecnologici studiati ad hoc, i quali offrono una lettura immediata (e aggiornata) dei dati, evitando così tempi di attesa determinati dalla ricerca e acquisizione dei dati stessi.

Urbismap, in tempo reale, mentre siete in presenza del vostro cliente durante la visione della casa, consente dallo smartphone e in pochi click di avere tutte le informazioni tecniche e urbanistiche che possono essere determinanti per i clienti in via preliminare. Come detto in precedenza, uno strumento tecnologico che ti consente di guadagnare tempo prezioso per la tua attività e migliorare il rapporto di fiducia con il proprio cliente.

asso nella manica agente immobiliare

Ci sono tanti servizi online dedicati all’assistenza di un agente immobiliare, tra cui quelli legati alla gestione del proprio patrimonio immobiliare in vendita, all’acquisizione delle visure catastali, oppure della gestione della privacy e dell’antiriciclaggio. Nessuno di questi, però, riesce a fornire risposte a quesiti prettamente tecnici con pochi click sullo smartphone.

Urbismap si pone come obiettivo quello di potenziare la figura dell’Agente Immobiliare offrendogli uno strumento di ultima generazione che lo aiuti nel supportare al meglio i proprio clienti.

La trasformazione digitale di questo settore è già in atto e Urbismap può essere il tuo asso nella manica.

Aiutaci a migliorare

Che tu utilizzi o meno la nostra piattaforma, ti chiediamo 10 secondi del tuo tempo prezioso per rispondere a due domande. Per noi è fondamentale avere dei feedback, che ci consentono di migliorare e accrescere il nostro servizio anche per il settore immobiliare! Quindi, se sei un agente immobiliare:

– Che tipo di funzione vorresti trovare, all’interno di Urbismap, per svolgere al meglio il tuo lavoro?

– Usi già una delle nostre funzioni, come la miglioreresti?

Ti ringraziamo e ti invitiamo a scriverci un commento qui sotto con le risposte.

SuperBonus 110%: UrbisMap e altri informazioni utili per i tecnici

Partiamo dal capire, brevemente, cos’è il SuperBonus 110%, la nuova agevolazione fiscale prevista dal Decreto Rilancio, che incentiva la riqualificazione energetica degli edifici esistenti e che nelle ultime settimane ha investito tecnici e privati, per poterne capire le modalità di accesso, progettuali e operative.

Il SuperBonus eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Privati, condomini o cooperative di abitazione, possono richiedere l’agevolazione fiscale per l’esecuzione di specifici interventi di risparmio energetico detti trainanti (coibentazione delle superfici, sostituzione dell’impianto di riscaldamento, condizionamento o acqua calda sanitaria) che possono essere accompagnati da altri interventi detti trainati (riqualificazione energetica, sostituzione di infissi, schermature solari, etc.).

I vantaggi? Nel corso dei 5 anni successivi all’intervento, il proprietario potrà recuperare il 110%, appunto, di ciò che ha speso, sotto forma di detrazione fiscale, sconto in fattura e cessione del credito d’imposta maturato. Quindi, eseguendo un intervento da 100.000 €, si andranno a recuperare 110.000 €.

Ma dal punto di vista urbanistico, è sempre possibile accedere al Bonus?

Ovviamente no!

Ora vediamo quali sono i casi di esclusione, ma soprattutto quale documentazione si presenta necessaria per una verifica puntuale sull’immobile e la fattibilità di esecuzione dell’intervento.

In prima battuta, capiamo quali sono gli immobili ammessi all’agevolazione fiscale:

  • condomini residenziali;
  • unità unifamiliari;
  • unità residenziali che, seppur ricadenti in contesti pluri-immobiliari, sono funzionalmente indipendenti e con almeno un accesso autonomo dall’esterno;

Tutti devono essere edifici esistenti, ovvero realizzati prima dell’entrata in vigore del D.Lgs. 192/05 e che per cronologia non risultano più “nuove costruzioni”, le quali per normativa già rispettano i requisiti in materia di risparmio energetico.

Inoltre, l’edificio deve essere dotato di impianto di riscaldamento. Questo significa che immobili al grezzo in fase di completamento, che si presentano ancora senza impianti, non potranno accedere al SuperBonus.

Per gli immobili vincolati o ricadenti in zone a vincolo paesaggistico, invece, gli interventi trainati possono sostituire quelli trainanti per ottenere il 110%.

E in presenza di abusi?

In presenza di una mancata conformità urbanistico-edilizia la risposta a “posso accedere comunque al SuperBonus?” ce la da l’art. 49, comma 1 del DPR n. 380/2001:

gli interventi abusivi realizzati in assenza di titolo o in contrasto con lo stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici. Il contrasto deve riguardare violazioni di altezza, distacchi, cubatura o superficie coperta che eccedano per singola unità immobiliare il due per cento delle misure prescritte, ovvero il mancato rispetto delle destinazioni e degli allineamenti indicati nel programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di esecuzione“.

Ciò significa che in caso di abusi, il proprietario, con la collaborazione di un tecnico abilitato (bravo!), dovrà prima procedere a sanare gli stessi e, successivamente, potrà inoltrare la richiesta di realizzazione del nuovo intervento.

Per i tecnici all’ascolto: documenti obbligatori e strumenti utili

Il tecnico, dopo un’attenta consulenza con il proprio cliente in cui si definiscono le modalità di fruizione del SuperBonus, dovrà produrre i seguenti documenti:

  • Attestato di Prestazione Energetica dello stato attuale dell’immobile;
  • Simulazione Energetica post intervento;
  • Computo metrico;
  • Elaborati grafici per la presentazione della pratica in Comune;
  • Relazioni tecniche ed eventuali asseverazioni.

Il problema iniziale sta sempre nel riuscire a recuperare tutta la documentazione tecnica richiesta dal tipo di intervento: tramite il proprietario o accesso agli atti, dobbiamo prima conoscere vita, morte e miracoli dell’immobile, per cui avere tra le mani la documentazione tecnica che attesti lo stato attuale dell’opera (visura catastale, progetto edilizio, titolarità sull’immobile, concessione edilizia, etc.). Per aiutarci abbiamo a disposizione qualche strumento online, primo fra tutti UrbisMap!

Il Geoportale, in una primissima fase di analisi del progetto, vi sarà estremamente utile per individuare geograficamente l’immobile o il condominio, determinare in quale zona urbanistica ricade, per cui gli eventuali vincoli gravanti sull’area. Inoltre, da poco tempo, è anche possibile acquistare da UrbisMap la visura, attuale o storia, del fabbricato. Gli step da seguire per l’acquisto sono pochi e li trovate nel dettaglio in quest’ultimo articolo.

Altri strumenti utili sono siti e blog di settore in cui, dettagliatamente, si raccontano le evoluzioni del SuperBonus 110%, come su Piano Casa Sardegna.

Se avete dubbi o domande, su UrbisMap o sul SuperBonus, scriveteci utilizzando il form sottostante.

A presto con altre buone news 🙂

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    Big news su UrbisMap: da oggi puoi acquistare le visure!

    Lo avevamo annunciato da tempo, ancor prima del lock-down, periodo durante il quale abbiamo dovuto rallentare i processi di sviluppo. Ma oggi finalmente è tutto pronto! Da oggi su UrbisMap puoi acquistare le visure, su tutto il territorio nazionale, che siano esse attuali o storiche.

    Il servizio è disponibile per tutti gli utenti di UrbisMap, accedendo al Geoportale e effettuando il Login con le proprie credenziali. Dopo aver eseguito l’accesso, nell’area di dialogo destra troverai diverse tab: account, dati, layer e visure. È in quest’ultima che potrai acquistare le visure, sia storiche che attuali, di fabbricati e terreni.

    Ma vediamo come nel dettaglio.

    Acquistare una visura su UrbisMap

    I metodi per poter accedere ai dati catastali, per cui si vuole richiedere la visura sono due:

    • tramite click su mappa, dopo il quale il sistema restituisce, oltre alle informazioni urbanistiche e vincolistiche, i dati catastali in real time
    • tramite ricerca diretta dei dati catastali di proprio interesse nella tab visure

    Click su mappa e acquisto visura

    Se già conosci l’immobile o il terreno per il quale vorresti acquistare la visura, ovvero se conosci la sua posizione geografica all’interno della mappa di UrbisMap, cliccandovi sopra ti appariranno, all’interno della tab dati dell’area di dialogo, i dati catastali in real time, ovvero codice comune, sezione, foglio e particella, e un bottone azzurro con scritto “acquista visura“.

    Cliccando sul bottone, si aprirà in automatico la tab visure, in cui appaiono tutte le informazioni necessarie al rilascio della visura: codice comune, sezione, foglio particella, subalterno e coordinate. Poco più in basso potrai selezionare il tipo di visura, quindi se per terreno, immobile, attuale o storica.

    Dopo aver verificato la correttezza dei dati inseriti, nella sezione successiva ti viene chiesto di inserire i dati di fatturazione. Per farlo, ti basterà cliccare sull’icona a forma di matita, presente sul titolo della sezione. Avrai così accesso alla finestra per l’inserimento dei dati che dovrai compilare e salvare.

    Dopo aver salvato, tornando all’interno della tab visure, ti basterà cliccare sul bottone “acquista visura” e poi su “paga con Paypal” per procedere all’acquisto. Da qui potrai scegliere se pagare accedendo al tuo account Paypal, oppure procedere senza registrazione, ovvero pagare con carta.

    Tab visure

    Nel caso in cui non si conoscesse l’esatta posizione geografica del terreno o fabbricato per il quale si desidera acquistare la visura, potrai accedere direttamente alla tab visure sulla quale inserire i dati catastali in tuo possesso, ovvero codice comune, sezione, foglio particella e subalterno. Dopo il loro inserimento, come nel caso precedente, potrai scegliere se ordinare una visura attuale o storica, per un terreno o fabbricato, inserendo successivamente i dati di fatturazione. Per confermare l’acquisto basterà cliccare il bottone “acquista visura” e poi su “paga con Paypal“.

    Dopo aver eseguito tutte le operazioni, anche su Paypal, riceverai una mail di conferma da parte di quest’ultimo e noi procederemo ad evadere l’ordine. Una volta scaricata la visura richiesta e caricata sul tuo account di UrbisMap, la troverai pronta all’interno della tab visure, sotto la voce visure acquistate. Nello stesso momento, riceverai anche un e-mail di notifica da urbismap@gmail.com con il riepilogo dei dati contenuti nella visura inviata.

    La procedura è davvero molto semplice e ti aiuterà ad ottimizzare la ricerca di tutti i dati tecnici di un terreno o un immobile, insieme al resto delle informazioni presenti sul Geoportale. In questo modo, per tutti coloro che hanno la necessità di accedere alle informazioni territoriali con velocità e semplicità, UrbisMap risponde fornendo un servizio sempre più completo ed esaustivo.

    Accedi alla mappa, non ti resta che provare!

    Se hai domande o curiosità, siamo sempre a tua disposizione! Scrivici usando il form sottostante 🙂

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      Gennaio in UrbisMap: programmazione, eventi e to do list

      Trenta giorni ha novembre, come aprile, giugno e settembre, di ventotto c’è né uno, tutti gli altri ne han trentuno! Ok, tranne gennaio che oggi giunge al termine, ma con 237 giorni percepiti. Meglio, abbiamo avuto più tempo per programmare il 2020 di UrbisMap, confermare la partecipazione a qualche evento e rimodulare la nostra to do list dopo i buoni propositi di dicembre.

      Partiamo dagli eventi: l’agenda di UrbisMap (ma non solo!)

      UrbisMap ha casa a Cagliari e saranno qui i primissimi eventi a cui parteciperemo. Tema: il mondo delle start up, tecnologia e innovazione. Saranno un ottimo modo per interagire con le altre realtà isolane, interscambiando idee e saperi.

      Iniziamo con l’evento “Innovation Labs: Idee di impresa, Start Up e Mercati esteri” che si terrà all’EXMA di Via San Lucifero, il 6 Febbraio dalle 17, organizzato dalla Camera di Cooperazione Italo Araba.

      L’obiettivo dell’evento è stimolare la nascita di nuove start up innovative all’interno del tessuto economico isolano. Essendo nati nel 2017 ci sentiamo ancora parte integrante delle così dette start up, e partecipare sarà di grande stimolo anche per noi. Una buona occasione per conoscere nuove idee, progettate dai giovani imprenditori sardi, e costruire nuove connessioni.

      Il 26 marzo, invece, arriva a Cagliari StartupItalia con il suo “Open Summit” e noi abbiamo già i biglietti in mano! L’evento, promosso da INNOIS, la nuova iniziativa della Fondazione di Sardegna, che si terrà presso la Passeggiata coperta del Bastione, metterà al centro la forza dell’innovazione in campo digitale all’interno di un ecosistema come la Sardegna, già portatrice sana di idee all’avanguardia e genitore di Internet in Italia.

      Per quanto riguarda il nostro settore, che spazia dall’ambito prettamente legato alla gestione del territorio, alle tecnologie per farlo, quindi all’urbanistica, a Febbraio parteciperemo a due interessanti convegni:

      Sardegna laboratorio di innovazione: l’evoluzione tecnologica al servizio della comunità: organizzato da ESRI Italia, si terrà a Cagliari nel mese di febbraio presso l’aula Magna della Facoltà di Ingegneria. Sarà un incontro interessante, che porrà al centro tutte le principali tematiche che ridefiniscono la strategia che muove lo sviluppo e la progettazione del territorio, dall’analisi dei Big Data, alla combinazione dei dati di location intelligence con l’IoT e l’intelligenza artificiale;

      Paesaggio, territorio e qualità d’impresa: si terrà a Cagliari il 18 febbraio, dalle ore 9 alle 13, presso la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna. Il convegno racconterà del più ampio progetto “Campus Sardegna – Cultura del paesaggio e uso consapevole del territorio” e delle azioni strategiche, svolte dall’Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna, per il rafforzamento della cultura del paesaggio in Sardegna

      Conferenza ESRI Italia 2020: is coming!

      A maggio usciamo dalla Sardegna, direzione Roma! Anche quest’anno la Capitale ospiterà la più importante conferenza italiana per il settore delle tecnologie e soluzioni innovative legate al mondo geografico e noi non mancheremo.

      Con la conferenza ESRI Italia il 27 e 28 maggio, presso l’Ergife Palace Hotel di Roma, si parlerà di quanto, grazie alle nuove tecnologie e ai sistemi in uso (basti pensare lo smartphone), oggi la componente geografica sia una informazione sempre più strategica nei processi organizzativi e decisionali. Dalla gestione e controllo del territorio, ad azioni mirate di marketing e comunicazione.

      Sarà un’ottima occasione anche per conoscere l’andamento dei nuovi trend in campo tecnologico, quali Intelligenza Artificiale, Smart Mobility, Smart Health, Droni, Agricoltura di Precisione, BIM, Big Data, Analytics e IoT.

      Noi ci saremo, e tu? Se la risposta è si e ti piace il nostro progetto, perché non sfruttiamo la conferenza di Roma per berci un caffè? Puoi scriverci da questa pagina così da fissare un appuntamento e iniziare a scambiarci nuove idee.

      Passo passo vi racconteremo gli eventi a cui parteciperemo. Ora, to do list in mano e continuiamo a programmare (e fare) tutto ciò che ci siamo ripromessi a fine dicembre.

      Siti contaminati e aree a rischio sanitario in Italia: facciamo il punto.

      Per l’Ispra, in Italia abbiamo 12.482 siti contaminati, quindi aree territoriali a forte rischio sanitario. Nello specifico, l’Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale, per sito contaminato si riferisce a quei territori in cui l’insistenza di attività umane ha provocato nel tempo un’alterazione delle caratteristiche qualitative ambientali di suolo, sottosuolo e acque, tale da figurare come un rischio per la salute umana.

      Sempre l’Ispra distingue i siti da “potenzialmente contaminati” a “con grave rischio sanitario“, questi ultimi conosciuti anche come Siti di Interesse Nazionale (SIN), di cui si contano 58 aree in tutta Italia. Si tratta, per lo più, di aree industriali dismesse e in attività, aree protagoniste di importanti incidenti con rilascio di inquinanti chimici, e aree in cui sono stati ammassati o interrati rifiuti pericolosi.

      Dal 1998 vi è il forte interesse a voler bonificare tali aree, da cui nasce la normativa in materia, introdotta con il D.M. 471/99, poi modificata dal D.Lgs. 152/06 “Norme in materia ambientale”.

      Qualche numero dai Siti contaminati

      Dei 12.482 siti contaminati, oltre 3.000 si trovano in Lombardia, occupando quindi il primo posto in classifica come Regione con il maggior numero di aree inquinate in Italia.

      Fonte: Il Sole 24 Ore – Confindustria

      Dei 58 Siti di interesse Nazionale, troviamo sempre la Lombardia in testa, con 5 siti ad alto rischio sanitario, poi Piemonte, Toscana, Sicilia e Puglia con 4 siti per Regione. La Sardegna ne conta 2, uno nel Sulcis Iglesiente e l’altro a Porto Torres.

      Oltre 3 miliardi di euro stanziati finora per la bonifica dei 58 siti che però tardano a compiersi. A emergere è sicuramente l’estrema lentezza della macchina burocratica italiana.

      Da non tralasciare l’elevata percentuale di malattie gravi che in queste aree tendono a proliferare e il rischio mortalità più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale, con prospettiva di peggioramento.

      Urbanisticamente, le aree SIN sono soggette a particolari vincoli? Ovviamente si!

      Ogni area è ovviamente soggetta a vincolo, regolamentato da Decreto Ministeriale. Da UrbisMap, cliccando nell’area riconosciuta come SIN, è possibile accedere alla Normativa di riferimento e agli allegati ministeriali in cui si decreta il perimetro dell’area e gli interventi di bonifica.

      In alcuni casi, qualsiasi edificabilità di suoli in siti inquinati di interesse nazionale deve essere preceduta dalla completa bonifica ambientale, come ribadito dal T.A.R. Trento con la sentenza, sez. un., 20 novembre 2013, n. 382.

      Ciò significa che, finché le aree non verranno bonificate (con tutte le note negative che ne comporta a livello di salute), a fermarsi sono l’attività edilizia, l’occupazione e l’economia.

      Strumenti di webgis possono aiutare a velocizzare i processi di bonifica sul territorio da parte degli organi competenti? Assolutamente si! Semplificando soprattutto i processi di analisi prima e monitoraggio dopo.

      365 giorni di UrbisMap: cosa abbiamo fatto e nuovi obiettivi

      Il 2019 sta giungendo al termine. È quindi tempo anche per UrbisMap di resoconti e buoni propositi. A dicembre dell’anno scorso, dopo aver fatto il punto su ciò che eravamo riusciti a fare, abbiamo stilato la lista dei buoni propositi, quindi gli obiettivi che ci promettevamo di raggiungere (se sei curioso trovi qui il vecchio articolo).

      Li abbiamo raggiunti? Secondo noi si!

      Il più importante degli obiettivi, che ci eravamo prefissati di raggiungere, era la pubblicazione della nuova interfaccia di UrbisMap. Annunciata a ottobre, è stata studiata e sviluppata nel corso del 2019 con tecnologia mobile first, la quale ci consente di avere uno strumento molto versatile, veloce e semplice da utilizzare anche da smartphone.

      Al suo interno si trovano tutti i servizi e gli strumenti offerti da UrbisMap anche nella precedente versione, come la possibilità di visualizzare e scaricare il Report di Destinazione Urbanistica in pochi clic. Se non l’hai ancora provata puoi accedervi cliccando su questo link!

      Piani, piani e ancora piani

      La pubblicazione dei Piani Urbanistici di tutto il territorio nazionale è sempre stata la nostra priorità e anche nel 2019 abbiamo lavorato sodo per offrire la consultazione di sempre più piani ad un numero sempre maggiore di iscritti al portale, per un totale di oltre 500 piani.

      Non solo Piani Urbanistici Comunali, ma anche piani attuativi, piani paesaggistici regionali, piani di assetto idrogeologico, piani di protezione civile e piani di classificazione acustica, tutti pubblicati con le rispettive norme.

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      Ci viene spesso chiesto “Come mai i piani del mio Comune non sono ancora stati pubblicati su UrbisMap?“. La risposta è che l’Italia è un grande Paese e conta 7914 Comuni, a cui corrispondono altrettante pianificazioni urbanistiche comunali.

      La maggior parte di queste non sono mai state digitalizzate (si pensi ai Programmi di Fabbricazione anni ’80, oggi ancora in vigore), oppure sono in fase di approvazione. Tante criticità, legate soprattutto alla lentezza burocratica del nostro Paese, che non consentono un reperimento fluido e veloce dei Piani.

      Si pensi, ad esempio, alla Carta della Qualità di Roma. Difficilissima da trovare in formato digitale, ma importante strumento urbanistico per la Capitale. Abbiamo lavorato a lungo per la sua digitalizzazione, riuscendo così a fornire un servizio sempre più esaustivo e accurato.

      Da queste difficoltà è nata la rete di UrbisMap: collaborazioni sparse in tutta Italia che contribuiscono al popolamento del Geoportale

      NB: Sei un professionista, un’azienda o una Pubblica Amministrazione che vuole pubblicare i piani del proprio territorio? Inviaceli e noi li pubblichiamo gratuitamente. Ne abbiamo già parlato qui.

      I nostri buoni propositi per il 2020

      Dopo il resoconto fatto per il 2019, una dei principali obiettivi che vogliamo raggiungere il prossimo anno è raddoppiare la quantità di piani pubblicati quest’anno. Sarà semplice? No, ma vogliamo che il servizio si disponibile a sempre più persone, ricoprendo territori sempre più ampi.

      Altro obiettivo per il 2020, in realtà figlio di incontri e interazioni maturate nel 2019, è quello di stringere nuove e interessanti collaborazioni con professionisti e aziende legate al Real Estate. Che UrbisMap vuole essere uno strumento fondamentale anche per gli Agenti Immobiliari lo abbiamo dichiarato più volte, quindi staremo a vedere!

      Infine, nuove e interessanti implementazioni sono già in fase di sviluppo. Sia per quanto riguarda la versione dedicata alle Pubbliche Amministrazioni che per quella gratuita dedicata a liberi professionisti e cittadini. Una fra tutte: è in arrivo la visura catastale acquistabile direttamente dopo il click su mappa!

      Quindi, tanto lavoro da fare anche per il nuovo anno, ma non ci spaventiamo!

      Questo articolo vuole essere anche un modo prolisso per dirti grazie, a te che ogni giorno utilizzi UrbisMap, e date le feste imminenti augurarti un Felice Natale.

      A presto, il team di UrbisMap

      Palermo ha un nuovo Piano Regolatore: la palla passa al Genio Civile

      Dallo scorso 29 Novembre la Città di Palermo ha un nuovo Piano Regolatore Generale. L’ufficio del Piano ha concluso la redazione del Piano che adesso passa al Genio Civile, il quale entro 60 giorni dovrà dare il proprio parere, che se positivo avvierà l’Iter in Consiglio e la fase di partecipazione democratica.

      Un lavoro lungo, di oltre tre anni, con la produzione di quasi 600 tavole, tutto per una nuova Palermo: smart e bio-ecologica, proiettata al 2030 con consumo zero di suolo.

      In parallelo, l’ufficio del Piano sta provvedendo a redigere la relazione e le planimetrie del Piano Particolareggiato del Centro Storico, che verrà anch’esso inviato al Genio per il parere definitivo.

      Come cambierà Palermo con il nuovo PRG?

      Il nuovo PRG di Palermo si prefigge di poter avere, entro il 2030, una Città più verde e con meno consumo di suolo, in linea con gli stessi principi enunciati dal nuovo Piano di Governo del Territorio di Milano, di cui ne abbiamo recentemente parlato in questo articolo.

      Una Città che riesca a valorizzare le aree industriali dismesse, con la prospettiva di uno sviluppo più sostenibile. Una Città che vuole andare verso il recupero del tessuto urbano esistente, la rigenerazione, l’innovazione e il miglioramento architettonico. Ma soprattutto una Città capace di ostacolare la speculazione e favorire l’inclusione sociale.

      Dalla nota rilasciata dai Consiglieri si legge quanto valore viene riposto nella fase che succederà il parere del Genio Civile: la partecipazione attiva di tutta la cittadinanza, dai tecnici alla parte politica, durante la quale si potranno valutare e proporre le misure migliori per lo sviluppo sostenibile della Città di Palermo.

      600 tavole: come agevolarne la consultazione durante la fase partecipativa?

      Dalla nota dei Consiglieri emerge l’enorme quantità di elaborati che nel corso dei tre anni sono stati prodotti per la redazione del nuovo piano. Quasi 600 tavole che se stampate non sarebbero in linea con i principi di eco-sostenibilità dettati dal piano stesso.

      Oltre al fatto di non essere un’azione proprio ecologica, si pensi ad un comune cittadino che desidera visionare il Piano ed eventualmente presentare le dovute osservazioni entro i tempi disponibili. Presumibilmente, si dovrà recare in Comune e consultare tavole e relazioni. Quindi, 600 elaborati da visionare su carta.

      Quanto tempo impiegherebbe il cittadino per visionarli tutti? Aggiungendo magari il fatto che non sia proprio un esperto in materia. Noi pensiamo un’infinità incalcolabile.

      Utilizzare un Geoportale per la consultazione dei Piani, invece, anche durante la fase delle osservazioni, è fattibile? Certo che si!

      “Ripiegare” sull’utilizzo di un Geoportale per la consultazione del Piano, anche in fase partecipativa, invece di stampare oltre 600 elaborati (per chissà quante copie), sarebbe davvero una scelta green, in linea con i principi enunciati dal piano stesso.

      Inoltre, la consultazione sarebbe di libero accesso a chiunque, anche ai meno esperti, e a tutti coloro che seppur esperti non avrebbero mai il tempo materiale per consultare tutte le tavole del Piano in cartaceo, una per una, fino alla seicentesima.

      Un webgis come UrbisMap mostrerebbe a chiunque la pianificazione, questa sovrapposta alla mappa satellitare e correlata alle norme tecniche d’attuazione (così come è già possibile fare con l’attuale PRG di Palermo). Ognuno potrà così verificare facilmente ciò che gli interessa, in qualsiasi momento, da qualsiasi dispositivo e decidere se consegnare al Comune le proprie osservazioni.

      Una scelta decisamente più smart e green. Gli alberi di Palermo ringrazierebbero assai!

      Geoportali: il fondamentale ruolo in condizioni meteorologiche avverse

      Venezia con l’acqua alta, l’Arno che minaccia Firenze, viadotti liguri che crollano sopra valanghe di fango e Matera colpita da un forte nubifragio. Il maltempo colpisce l’Italia da Nord a Sud e per l’ennesima volta ci trova impreparati. Al TG, sui giornali e alla radio da qualche giorno che non si parla d’altro.

      Un mese di intense piogge che portano non pochi danni in tutta Italia

      L’acqua alta di Venezia, fenomeno legato all’alta marea che si presenta solitamente in autunno e in inverno, ha raggiunto il picco negli ultimi giorni, arrivando fino a 130 cm, mettendo in ginocchio i Veneziani e causando non pochi danni agli immobili e al patrimonio mobile, privato e pubblico.

      L’Arno fiorentino viene monitorato quotidianamente, dopo aver superato il primo livello di guardia a 4,85 metri lo scorso 17 novembre. La città di Matera, invece, il 12 novembre è stata messa in ginocchio da un fortissimo nubifragio, dove acqua e fango hanno invaso la Città dei Sassi, causando forti disagi sulla viabilità e non pochi danni alle abitazioni.

      Notizia di due giorni fa, infine, il crollo dell’ennesimo viadotto in Liguria, sull’autostrada A6 Torino-Savona, a causa di una colata di fango di circa 2 metri.

      Eventi sempre più frequenti, che grazie al lavoro della Protezione Civile in primis, si cerca di individuare anticipatamente, monitorare e quando possibile evitare. Un lavoro difficile, che necessita di strumenti e tecnologie che sappiano offrire velocità di elaborazione dei dati e immediata trasmissione pubblica degli stessi.

      Ma cosa centrano i Geoportali in tutto questo?

      Questa riflessione nasce dall’analisi dei dati generati dal traffico quotidiano su UrbisMap. Nelle ultime settimane abbiamo notato un importante picco di utilizzo sulle zone colpite dal maltempo, così, analizzando più a fondo i risultati, abbiamo scoperto che molte delle “parole chiave” con le quali gli utenti hanno raggiunto il Geoportale sono del tipo:

      • mappa zone acqua alta venezia
      • piano urbanistico venezia
      • abitazioni in zona a rischio idrogeologico
      • piano assetto idrogeologico (+ nome regione)

      Il ruolo dei webgis è quindi di fondamentale importanza, soprattutto in questi casi. Se strutturati in cloud, garantiscono immediato aggiornamento dei dati in esso contenuti, poi resi pubblici tramite interfacce intuitive, veloci e facilmente leggibili da smartphone.

      Si pensi, ad esempio, ai Piani di protezione civile comunali (ne abbiamo già parlato qui), fondamentali in caso di calamità naturali o condizioni meteorologiche avverse. I Comuni sono obbligati, oltre che a redarli e strutturarsi per gestirli, a pubblicarli e renderli facilmente accessibili al cittadino. Solo in questo modo la cittadinanza, in caso di calamità, avrà lo strumento per individuare prontamente le aree di attesa, ricovero e ammassamento.

      Quanti Comuni, però, oltre ad una mera pubblicazione dei piani in pdf sui propri siti web istituzionali, sfrutta i webgis per rendere più facilmente accessibili, consultabili e fruibili, in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo, tali piani? Pochi, anzi pochissimi!

      Molti dei Comuni più importanti d’Italia, anche tra le Città sopracitate, ancora oggi utilizzano sistemi complessi, poco accessibili, lenti (o lentissimi), sviluppati secondo vecchi modelli, oltre che costosissimi, che propongono contenuti ai cittadini tramite linguaggi e strumenti molto spesso complessi da interpretare.

      Rinnovarsi con nuove tecnologie, quindi nuovi sistemi facilmente accessibili, ma soprattutto comprensibili, aiuterebbe le Pubbliche Amministrazioni a gestire eventuali stati di crisi sul territorio, fornendo risposte tempestive e strumenti utili ai cittadini.

      Morale della favola: i webgis come UrbisMap, completi, veloci e accessibili, migliorerebbero la gestione di eventi eccezionali? Così come aiutano gli Enti a smaltire richieste di accesso ai dati da parte del privato, garantendo a quest’ultimo la più completa trasparenza? Si, la risposta è assolutamente si!

      Semplificazione e tecnologia si sposano perfettamente per prevedere, monitorare ed eventualmente evitare situazioni di complessa gestione sul territorio, salvaguardando in primis la vita dei cittadini.

      Quindi, perché non dotarsene? Ai posteri l’ardua sentenza, avrebbe detto “qualcuno”.

      Sardegna: approvate le norme di attuazione del PAI 2019

      La Regione Sardegna, con Deliberazione del Comitato Istituzionale n.1 del 03/10/2019 e successiva del 28/10/2019, ha approvato l’aggiornamento delle Norme di attuazione del PAI, il Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico.

      Noi abbiamo già reso tutto disponibile su UrbisMap, nella sezione Normativa Sardegna, ma prima vediamo cosa comporta l’aggiornamento.

      Il PAI è lo strumento urbanistico redatto e approvato nel 2006 con Decreto del Presidente della Regione Sardegna, insieme ai suoi elaborati descrittivi e cartografici, che consente di programmare le azioni e le norme d’uso per la conservazione, difesa e valorizzazione del suolo, correlate alla prevenzione del rischio idrogeologico.

      Nel corso degli anni il PAI è stato oggetto di modifiche e integrazioni, tra cui quelle risalenti al 2015 da cui è stato aggiornato lo scorso ottobre il Testo Coordinato delle Norme Tecniche di attuazione del PAI.

      Quali sono gli articoli, e relativi commi, modificati e approvati nelle Norme di attuazione del PAI?

      Dalla Deliberazione n. 1 del 03/10/2019 si evincono le modifiche dei seguenti articoli, visionabili nella loro completezza su questo link:

      • ARTICOLO 8: Indirizzi per la pianificazione urbanistica e per l’uso di aree di costa;
      • ARTICOLO 18: Sistemazione dei versanti;
      • ARTICOLO 21: Indirizzi per la progettazione, realizzazione e identificazione delle misure di manutenzione delle nuove infrastrutture;
      • ARTICOLO 23: Prescrizioni generali per gli interventi ammessi nelle aree di pericolosità idrogeologica;
      • ARTICOLO 24: Studi di compatibilità idraulica;
      • ARTICOLO 25: Studi di compatibilità geologica e geotecnica;
      • ARTICOLO 27: Disciplina delle aree di pericolosità idraulica molto elevata (Hi4);
      • ARTICOLO 30ter: Identificazione e disciplina delle aree di pericolosità quale misura di prima salvaguardia;
      • ARTICOLO 31: Disciplina delle aree di pericolosità molto elevata da frana (Hg4);
      • ARTICOLO 37: Varianti ed aggiornamenti del PAI;
      • ARTICOLO 41: Norme per le aree di pericolosità PAI/PGRA;
      • ARTICOLO 47: Invarianza Idraulica;

      Nella Deliberazione n. 1 del 28/10/2019, invece, si riportano le modifiche apportate all’Allegato A del 03/10/2019, sui commi degli articoli 8, 24, 25 e 27, visionabili tramite questo link.

      Se utilizzate UrbisMap in Sardegna, il dato riportato dal Geoportale dopo il click su mappa è già stato adeguato all’aggiornamento del PAI 2019. Ciò significa che le informazioni restituite sono sempre aggiornate e verificate, conferendo così attendibilità al Report di destinazione urbanistica che decidete di scaricare.

      Se però avete dubbi scriveteci tramite questa pagina, siamo sempre a disposizione.