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Carta vince o carta perde, cosa succede alla filiera della carta?

Come mai un’azienda che si occupa di web gis e cartografia digitale parla della filiera della carta? Può sembrare insolito, si, ma nemmeno così tanto. Infatti, la crisi che sta vivendo la filiera della carta negli ultimi tempi, dagli imballaggi all’indotto della stampa, ha molto da farci riflettere sull’importanza del processo (ormai in atto) di digitalizzazione del Paese.

Ma cerchiamo di capire effettivamente cosa sta succedendo e come poter bypassare il problema adottando, definitivamente, alcune soluzioni digitali al posto del cartaceo, soprattutto nel mondo della Pubblica Amministrazione.

Da cosa nasce la crisi della carta?

La crisi degli approvvigionamenti di carta e l’aumento dei costi di tutta la filiera, generati da un’inflazione a livello mondiale sull’energia e sulle materie prime (gas, acciaio e legno), si sta trasferendo (e facendo ampiamente sentire) sull’utente finale. Si parla di aumenti medi fino al 20% nel 2020. La cellulosa conta addirittura un aumento del costo di quasi il 70%. Gli imprenditori di settore (stamperie, tipografie, case editrici, etc) iniziano oggi a ultimare le proprie scorte di carta: è allarme per tutti i settori collegati.

I rincari della carta e i ritardi negli approvvigionamenti sono un’emergenza a cui guardiamo con preoccupazione da mesi, per questo torniamo a chiedere il credito d’imposta sugli acquisti di carta come misura per mitigare l’emergenza.

Ricardo Franco Levi (presidente AIE)

La guerra della carta

Con le scorte terminate, le tempistiche su forniture e distribuzione dilatate, case editrici e tipografie che corrono ai ripari, si respira una vera e propria aria di crisi, in un Paese in cui il mercato del libro fattura circa 1.710 milioni di euro all’anno (dati AIE ottobre 2021). Un dato importante, soprattutto in un anno di forte crisi economica come il 2020, in cui si è registrata una crescita del 16,3%.

Da queste cifre si intuisce quanto, in un Era sempre più digitale, il mercato della carta resta fondamentale tenendo così un’ampia fetta di mercato. Perché il digitale è bello, ma pensiamo non sia ancora totalmente compreso.

Ad esempio, i libri digitali sono davvero un buon investimento per la casa editrice? Su un ebook, il cui prezzo si aggira intorno ai 7.99 euro, il 35% va al portale di vendita, 1.00 euro circa viene riconosciuto all’autore, così che all’editore rimangono sui 4 euro. A questi andranno sottratti ulteriormente costi fissi, di grafica, impaginazione, editing, traduzione e diritti. Si intuisce facilmente a quanto ammonta il guadagno finale. Inoltre, la maggior parte dei lettori, per gusto personale continua a preferire il libro cartaceo.

carta stampa

La digitalizzazione ci salverà?

Occupandoci di servizi digitali, prevalentemente offerti alle Pubbliche Amministrazioni, pensiamo fortemente che il processo di digitalizzazione in atto colmerà problemi particolarmente importanti come l’attuale crisi della carta.

La sostituzione del cartaceo, soprattutto nel settore pubblico, con servizi esclusivamente digitali rivolti al cittadino, eviterà processi burocratici ormai obsoleti, ma soprattutto dannosi per l’ambiente.

Si pensi, ad esempio, al settore tecnico degli Enti locali il quale, grazie a servizi di dematerializzazione delle banche dati, smette di stampare in cartaceo tutti gli elaborati grafici, relazionali, i pareri, le istanze e i titoli edilizi contenuti all’interno di una pratica edilizia quando il cittadino presenta una richiesta di accesso agli atti. Pagine e pagine di preziosa carta che possono essere oggi sostitute con file pdf, ad alta risoluzione, con una capienza di qualche Mbyte. Senza pensare alla velocità di acquisizione della documentazione digitale, rispetto a quella cartacea.

Altro settore pubblico altamente coinvolto è senz’altro quello sanitario. Si pensi, ad esempio, agli infiniti archivi delle Asl territoriali, contenenti cartelle cliniche, pratiche mediche, contratti, etc che negli anni si sono accumulati. Allo stesso modo del settore tecnico comunale, anche il settore sanitario dovrebbe eliminare il supporto cartaceo, per trasferire i propri archivi su cloud certificati, a cui poter dare facilmente accesso a cittadini e operatori sanitari.

In generale, quindi, in tantissimi ambiti (soprattutto pubblici) il supporto digitale si può “facilmente” sostituire quello cartaceo, bypassando le attuali problematiche del mercato, migliorando la qualità ambientale e, al tempo stesso, velocizzando i tempi di accesso a servizi e documenti pubblici.

La digitalizzazione non può che essere un beneficio per tutti, e a parer nostro il “buon esempio” dovrà essere dato proprio dalla Pubblica Amministrazione, che con grande fatica ha il ruolo di cambiare il sistema con azioni sempre più adeguate e a misura d’uomo (e di ambiente).

Tu cosa ne pensi? Credi, come noi, che il digitale salverà il mondo? Lascia un commento sotto il post e se vuoi avere maggiori informazioni sul nostro servizio di dematerializzazione scrivici utilizzando il form contatti sottostante, ti risponderemo in breve tempo.

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    Cambiamenti climatici: Urbismap tende la mano al cambiamento

    Il clima sta cambiando. Lo abbiamo vissuto questa estate con incendi che hanno devastato il territorio sardo e non solo, continuiamo a viverlo in questi giorni con l’uragano Apollo che ha sommerso la città di Catania. Tutti avvenimenti sporadici sino a qualche anno fa, ma che stanno iniziando a diventare una consuetudine a cui comuni, regioni e intere nazioni devono iniziare a farci i conti.

    In questi giorni, infatti, si sta svolgendo la Cop26 a Glasgow, la conferenza sul cambiamento climatico delle nazioni unite (durerà sino al 12 novembre). I leader mondiali, insieme ad esperti climatici e attivisti, si riuniscono per concordare un piano d’azione, sviluppato per affrontare la più grande crisi sul clima. L’obiettivo è quello di azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature a 1,5°C.

    Abbiamo fatto molto, ma molto resta ancora da fare

    Joe Biden (presidente USA)

    Piano di Protezione Civile: per salvaguardare e tutelare popolazione e territorio

    I leader mondiali pensano in grande, ma anche i leader comunali, un po’ più in piccolo, devono ragionare nell’ottica di quanto il cambiamento climatico stia incidendo sull’assetto urbanistico locale, così da dover sempre più puntualmente monitorare i cambiamenti per riorganizzare il territorio in vista di eventuali calamità localizzate.

    Tra i principali compiti comunali vi è la definizione e attuazione del Piani di Protezione Civile, indispensabili per far fronte alle diverse calamità che possono incidere sul territorio. I piani, infatti, racchiudono al loro interno tutte le procedure da seguire in caso di disastro, linee guida per soccorrere e salvaguardare la popolazione soggetta a rischio, ma anche il patrimonio culturale e ambientale con tutto il sistema produttivo.

    In sintesi un Piano di Protezione Civile prevede:

    • definizione degli obiettivi e l’organizzazione delle azioni in caso di calamità naturali;
    • definizione dei responsabili di piano e delle singole funzioni;
    • creazione protocolli di attivazione e procedure di lavoro;
    • digitalizzazione e diffusione anche tramite tecnologie GIS;
    • individuazione delle aree di attesa della popolazione non soggette ai rischi (come scuole e palestre), aree di ricovero della popolazione non soggette a rischi (alberghi, ostelli, case private) e aree di ammassamento dei soccorsi e delle risorse;
    • individuazione delle sedi idonee ad ospitare i Centri Operativi e delle vie di fuga;
    • organizzazione delle strutture operative relative al livello di piano.

    Obblighi delle Amministrazioni comunali

    Oltre alla redazione del Piano, la PA insieme all’istituzione della Protezione Civile locale, deve sorvegliare e monitorare la gestione delle emergenze, l’attuazione delle misure di sicurezza, la definizione di responsabilità e compiti, ma soprattutto la salvaguardia di cittadini, animali e beni.

    E il Comune (così come gli altri organi ai quali il piano deve far riferimento, per esempio Unione di Comuni, Provincia e Regione), proprio ai cittadini, deve dare la possibilità di consultare, sempre, il Piano di Protezione civile comunale in modo veloce e agile.

    Una volta entrato in vigore, il Piano dev’essere facilmente reperibile e consultabile dalla cittadinanza, in quanto contiene una serie di informazioni utili in caso di calamità, ad esempio i modelli di intervento, in cui si riportano le così dette aree di emergenza.

    Le aree segnalate sul piano, che devono essere visibilmente riconoscibili, sono le aree di attesa, luoghi di primo ritrovo per la popolazione e di ricongiungimento per le famiglie, le aree e strutture di accoglienza, nelle quali destinare la popolazione colpita, e le aree di ammassamento di soccorritori e risorse.

    Tali aree devono essere raggiungibili attraverso un percorso sicuro, possibilmente pedonale, e segnalato con apposita cartellonistica stradale, così come dettato dalla normativa della Protezione Civile Nazionale.

    catania vista da urbismap

    Come un web-gis può aiutare in questi casi?

    Oltre ai metodi più tradizionali, quali la carta stampata (ma poco funzionale) e la cartellonistica stradale per la segnalazione delle aree di soccorso, di attesa e accoglienza, un sistema web-gis, facilmente utilizzabile da smartphone, può essere lo strumento giusto per la fase di accessibilità, divulgazione e consultazione del piano.

    In Sardegna, esiste un Sistema informativo di Protezione Civile regionale (SIPC), sul quale i Comuni devono obbligatoriamente pubblicare i propri piani di protezione civile e gestire le emergenze. Il sistema, però, non è accessibile alla cittadinanza, ma solo alla Pubblica Amministrazione, restando così un mero strumento interno per la gestione delle azioni di emergenza.

    Un web-gis come UrbisMap, invece, consente la pubblicazione gratuita dei Piani di protezione civile (a qualsiasi livello). Grazie alla sua facilità di utilizzo, tramite qualsiasi dispositivo, i cittadini, anche in fase di piena emergenza, potranno accedere alla mappa, geo-localizzarsi e vedere dove si trova l’area di attesa e le strutture di emergenza più vicine da poter raggiungere.

    In Sardegna sono diversi i Comuni che hanno scelto di pubblicare il proprio Piano di protezione civile su UrbisMap. Ad esempio, Olbia e i Comuni della Comunità Montana Gennargentu Mandrolisai.

    La velocità nell’acquisire l’informazione viene nettamente migliorata. Un servizio ai cittadini, ma anche uno strumento fondamentale per la Pubblica Amministrazione che si prefigge di divenire sempre più smart e digitale.

    Per avere maggiori informazioni sulla pubblicazioni dei piani su UrbisMap scrivici un commento qui sotto o richiedi informazioni tramite il form contatti.

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      Bonus e Agevolazioni: quali scadono nel 2021 e quali prorogano?

      L’anno 2021 è stato un anno ricco di incentivi ed agevolazioni per supportare le famiglie e non solo. Tanti cittadini ne hanno usufruito ma ancora tanti vorrebbero avere l’opportunità di poterne usufruire. È proprio l’edilizia la categoria che ha avuto tanti di questi bonus e in questo articolo cercheremo di capire insieme quali sono i bonus in scadenza 2021 che bisogna richiedere assolutamente prima del termine dell’anno e quali invece vengono portati all’anno prossimo dalla nuova legge di bilancio approvata in questi giorni dal Consiglio dei Ministri e dal premier Draghi.

      Ecobonus 2021

      Al 2021 il termine di questi bonus, per chi effettua lavori in casa, è al 31 dicembre 2021, ma la nuova legge di bilancio ha permesso di prorogarli e nell’elenco seguente vediamo singolarmente come:

      • bonus ristrutturazione del 50% (prorogato sino al 2024)
      • bonus mobili ed elettrodomestici del 50% (proroga sino al 2024, ma cala a 5mila euro il tetto di spesa in base al quale è calcolata la detrazione)
      • ecobonus per i lavori di riqualificazione energetica (prorogato al 2024)
      • bonus verde

      Superbonus 110%

      Finalmente, dopo molta attesa, la proroga al 2022 per il superbonus 110% è riuscita ed in casi specifici si potrà spostare fino al 2023. La Commissione Europea ha dato il via libera per il finanziamento dell’incentivo per tutti i lavori da effettuare e potranno ottenere un allungamento dei tempi sia i condomini sia gli enti sia i privati, ovviamente dovranno rispettare tempistiche differenti. Il benefit ha ottenuto la proroga da parte del Governo Draghi fino al 30 giugno 2022. Occorre, però, chiarire chi potrà usufruire dell’agevolazione a questa nuova data.

      I condomini e le case popolari

      Queste categorie avranno la possibilità di effettuare i lavori entro il 31 dicembre 2023, quindi le tempistiche per questi settori sono ancora più avanti rispetto ai prossimo che andremo a vedere.

      I privati

      Potranno richiedere l’estensione dei lavori, avendo la scadenza al 30 giugno 2022 chi presenta l’interesse di accedere alla detrazione per quanto riguarda la propria unità unifamiliare, solo ed esclusivamente quella. Avranno la possibilità di richiedere una proroga di 6 mesi qualora il 60% dei lavori di ristrutturazione progettati siano stati portati a termine. Per chi invece dimostra di avere un reddito inferiore ai 25mila euro la data di scadenza è fissata al 31 dicembre 2022.

      Gli enti

      Per questo gruppo invece l’estensione del superbonus 110% viene prevista fino al termine di Giugno 2023. Anche loro potranno fare richiesta per del tempo extra qualora il 60% dei lavori siano stati effettuati.

      Bonus facciate 2021

      Prevede una detrazione lorda pari al 90% delle spese, affinché esse siano documentate con le giuste prove a favore dei costi effettuati durante la ristrutturazione nel periodo di tempo che occupa tutto il 2021. Gli interventi che rientrano in questo bonus sono tutti quelli che riguardano la pulizia o la tinteggiatura esterna degli edifici. Un’agevolazione che ha come obbiettivo il recupero ed il restauro delle facciate di edifici preesistenti che si trovano nella zona A o B, in base al decreto del Ministero dei Lavori Pubblici risalente al 2 aprile 1968, n.1444. Questo bonus verrà prorogato al 2022, ma la percentuale di detrazione scende dal 90 al 60%.

      articolo bonus e agevolazioni 2021

      Bonus zanzariere 2021

      L’acquisto delle zanzariere non è di per sè detraibile, tuttavia, in presenza di determinati requisiti è possibile beneficiare di una speciale detrazione fiscale consistente in una riduzione delle imposte IRPEF o IREF per un importo pari al 50% della spesa sostenuta per l’acquisto o l’installazione delle zanzariere con schermatura solare. L’acquisto delle zanzariere, non è di per sé detraibile, tuttavia il loro acquisto può rientrare nell’Ecobonus al 50% se sussistono i requisiti delle schermature solari, ovvero le zanzariere devono anche avere la capacità di schermare la luce solare e migliorare l’efficienza energetica dell’immobile.

      Le zanzariere devono possedere determinati requisiti, ossia, devono avere la marchiatura CE, ovvero la certificazione che il prodotto è conforme agli standard comunitari di salute e sicurezza, devono avere un valore Gtot inferiore a 0,35, certificato da un organismo autorizzato, devono proteggere una superficie vetrata (finestra, porta vetrata) comunque esposta, devono essere fissate in modo stabile, devono essere applicate all’esterno della finestra, all’interno o integrata nell’infisso ed infine devono essere regolabili.

      Inoltre, le zanzariere possono essere installate su immobili di qualsiasi categoria catastale, tuttavia essi devono essere già esistenti e regolarmente accatastati ed in regola con il pagamento di tributi e oneri. Pertanto il bonus zanzariere non trova applicazione nel caso di proprietà in costruzione. Lo sgravio fiscale viene recuperato in 10 quote annuali di pari importo, mentre il pagamento delle spese deve essere effettuato con bonifico parlante. Occorre effettuare la comunicazione all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori. Si può usufruire dello sgravio fiscale sull’acquisto fino al 31 dicembre del 2021 ed è previsto un limite massimo di spesa detraibile pari a 60.000 euro.

      Bonus affitto 2021

      Il bonus affitto è scaduto il 6 ottobre 2021, ma la nuova legge di bilancio prevede un fondo per un bonus affitti ai giovani di età compresa fra i 20 e i 31 anni non compiuti. Il bonus è valido per i primi 4 anni e la detrazione dall’imposta lorda, pari al 20% del canone di locazione nel limite massimo di euro 2.400 di detrazione. I giovani che ne vorranno usufruire dovranno avere un reddito inferiore ai 15.493,71 euro e devono avere un contratto di locazione per abitazione principale, diversa dall’abitazione principale dei genitori.

      Urbanistica: quale futuro per città e territorio dopo la pandemia?

      La pandemia da Covid 19 inevitabilmente ha influito nei diversi contesti in cui viviamo. In molti sostengono che ci saranno altre crisi a livello mondiale, che siano essere di carattere economico, ambientale, climatico, energetico o sanitario andranno ad influire sul nostro modo di abitare gli spazi. Difatti l’urbanistica sarà argomento principale perché dovrà ripensare il nostro modo di vivere e organizzare le città in maniera ecosostenibile.

      Agli studiosi di Architettura e Urbanistica viene chiesto di interrogarsi su cosa nella progettazione architettonica e urbana, nella pianificazione urbanistica e nelle scienze del territorio è andato storto per permettere l’espansione di un virus di origine animale. Si chiede una riflessione territorialista che consenta di cogliere l’occasione per proporre un futuro differente per le città odierne e proiettarle in un futuro diverso nell’interesse delle prossime generazioni.

      Il Covid 19 ha reso più evidenti alcuni aspetti delle interazioni città-territorio-ambiente, dunque è necessario elaborare azioni su misura nel rispetto delle situazioni locali e dei caratteri distintivi delle popolazioni in modo da non produrre risposte diseguali. Intervenire su inclusività, sostenibilità, innovazione dei sistemi urbani e sui fattori economici deve e può essere una risposta efficace.

      Esempi dal passato

      Abbiamo tanti casi che dimostrano un miglioramento causato dalla reazione alle devastanti epidemie che si sono susseguite nel corso della millenaria storia dell’uomo, dalla peste ateniese del 430 a.C. alla peste nera europea del XIV secolo, alla più recente spagnola 1919-1920. Le modalità di estensione e diffusione sono ovviamente differenti per stili di vita, igiene, scambi commerciali, mobilità personale, rivoluzione industriale e tanti altri fattori, nonostante ciò, sono molti gli esempi che si possono portare a suffragio del riconoscimento delle ricadute positive sulle città, laddove sono state gestite bene le fasi di rilancio post epidemia.

      Ben noto il caso di Venezia dove le epidemie di peste, importate dai traffici marittimi, pur dimezzando ogni volta la popolazione non abbiano compromesso la sua potenza marittima. Un altro caso quello delle ripetute epidemie di colera a Napoli nell’800 che hanno portato un risanamento e una riqualificazione di quartieri storici con la realizzazione di piazze, strade e nuovi edifici. Molto più evidente la trasformazione di Parigi che per risanare la città colpita da gravi epidemie di colera nella metà dell’800, ha applicato principi igienico-sanitari per sistemare fognature e realizzare grandi viali, in quei quartieri densissimi soffocati dall’urbanizzazione sfrenata.

      persone in piazza

      Detto ciò, quindi, come dev’essere la città del futuro post pandemia?

      La città del futuro deve tornare a privilegiare il non-costruito, spazi di relazione, spazi pubblici disponibili per tutti, che interpretino morfologia e condizioni naturali. Spazi che utilizzino strategicamente il mondo vegetale, intrecciandone la vita con quella degli abitanti, riportando l’attività agricola in ambito urbano, non solo a scala maggiore, ma anche tramite orti urbani e sistematica copertura a verde del costruito. Oggi ancora lo spazio pubblico viene pensato invaso da automobili in sosta, pensando gli spazi assumendo come prima finalità quella della circolazione.

      La città del futuro deve rigenerare le periferie assicurando densità tali da garantire intensità di rapporti sociali, compresenza ed aglomerati di attività diverse, diversità espressiva del costruito, spazio a stratificazioni, plurime identità delle parti e dando caratteri ai luoghi, al non-costruito, evitando lo stanco affiancarsi di unità edilizie e tipologie omogenee.

      C’è bisogno di una profonda mutazione del modo di approcciarsi al tema della formazione o trasformazione degli ambienti di vita. Bisogna scardinare convinzioni stantie e inattuali, come ad esempio quella per la quale c’è distinzione fra architettura e edilizia, pericolosa perché porta a giustificare interessi differenziati. Un sostanziale cambiamento si avrà quindi quando, abbandonate le patologie del costruire contemporaneo, gli ambienti di vita non verranno più trasformati aggiungendo edifici e oggetti, ma avvalendosi soprattutto di relazioni immateriali prima che materiali.

      Ora tocca a voi: scrivete nei commenti la vostra opinione sul futuro della città post pandemia. È giusto reagire come è successo in passato o la nuova realtà che viviamo non permette troppo spazio di manovra?

      Smart working per la PA: è davvero possibile o è poco efficiente?

      Centinaia di dipendenti pubblici durante questa pandemia hanno iniziato a lavorare da casa in condizioni di emergenza e senza una vera e propria organizzazione da parte dell’Ente. Questo ha portato sicuramente a delle proteste da parte dei cittadini e le critiche non sono mancate, facendo passare di fatto il messaggio che il lavoro agile da casa per la pubblica amministrazione non portava a potenziali benefici.

      Oggi abbiamo imparato a conoscere bene lo smart working, una modalità che permette al lavoratore dipendente di avere un certo grado di flessibilità e autonomia per quanto concerne la scelta di tempi, spazi e strumenti di lavoro, prendendosi poi la responsabilità sui risultati del lavoro in base alle proprie scelte. Con il primo lockdown la quota di lavoratori da remoto è salita sino ad un picco di 7 milioni in pochissimo tempo, per poi assestarsi a circa 5 milioni.

      In questo scenario, si inserisce la proposta del ministro Brunetta che vuole ridurre al 15% i dipendenti pubblici che potranno lavorare da casa. Questa proposta arriva ovviamente da molte segnalazioni di lavoro poco efficiente, come ritardi su procedure burocratiche, fatica di accesso agli sportelli degli uffici pubblici e ritardi su vari permessi, per esempio di costruzione o ristrutturazione.

      Quali sono gli step di questa proposta?

      Lo smartworking semplificato per la pubblica amministrazione è possibile fino alla fine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021. Quindi fino alla fine dell’anno ogni amministrazione pubblica può chiedere ai propri dipendenti di lavorare da remoto, magari per alcuni giorni la settimana. Non c’è un numero limite dei dipendenti che possono effettuare il lavoro agile, l’importante è garantire l’erogazione dei servizi rivolti a cittadini e imprese in maniera regolare, efficiente e continuativa.

      A partire dal 15 Ottobre, però, ci sarà un rientro graduale negli uffici da parte dei dipendenti pubblici dotati di green pass, che sarà obbligatorio per accedere al luogo di lavoro, e di fatto questa data sancirà il passaggio da lavoro agile a modalità ordinaria. I primi a tornare saranno proprio i lavoratori degli sportelli, poi i lavoratori del back office, sia nelle amministrazioni centrali che in quelle periferiche.

      Dal primo gennaio 2022 ogni amministrazione con più di 50 dipendenti entro il 31 gennaio di ogni anno deve redigere il Piano Integrato Attività e Organizzazione (Piao) con gli obiettivi programmatici e strategici della performance e la strategia di gestione del capitale umano, quindi anche il ricorso al lavoro agile definito nel Pola, il piano organizzativo di lavoro agile con la quota minima del 15% di dipendenti da remoto. Per le amministrazioni che non presenteranno il Pola, la quota di lavoro agile sarà comunque del 15%.

      Nell’ambito di queste nuove regole si inseriscono i sindacati che lavorano ad una definizione di lavoro agile per i dipendenti pubblici che sia finalizzato a conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l’innovazione organizzativa garantendo un equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa. Secondo la prima bozza sarà necessario un accordo individuale scritto con orari, giornate in smartworking, in ufficio e in sede remota. Il contratto prevede 3 fasce di lavoro da remoto: operatività, contattabilità, inoperatibilità. Sono facilitati allo smartworking i genitori con figli minori di 3 anni o disabili e dipendenti con disabilità.

      urbismap geoportale

      Ma lo scenario è davvero quello di una PA inefficiente?

      Ci conoscete ormai da qualche tempo e sapete bene quanto teniamo al rimodernamento digitale della pubblica amministrazione. Tutti i nostri servizi hanno questo obiettivo. Urbismap nasce proprio con l’obiettivo di poter avere informazioni da remoto in qualsiasi momento, quindi un alleato molto importante per la pubblica amministrazione, che ne ha avuto un’esplosione di utilizzo durante questa pandemia e nello specifico durante il primo lockdown dove, come abbiamo visto prima, circa 7 milioni di persone erano in casa.

      Portiamo, quindi, la nostra esperienza a riguardo e rispondendo alla domanda sull’inefficienza delle PA noi possiamo rispondere che no, non sono inefficienti! Anzi, se a disposizione hanno sistemi e processi digitali che le supportano e che le permettono di offrire al cittadino un servizio sempre più rapido e puntuale, lo Smartworking può rivelarsi anche più produttivo per i dipendenti e semplificativo per i cittadini.

      Il Geoportale Urbismap insieme al nostro servizio di Dematerializzazione, di interoperabilità e di Gestione dello sportello Suape, garantiscono una continuità e risulteranno alleati perfetti quando da gennaio 2022 le amministrazioni dovranno redigere il Piao (piano integrato attività e organizzazione) e il Pola (piano organizzazione lavoro agile).

      Ora tocca a voi: scrivete nei commenti la vostra opinione a riguardo. Smartworking si o no? La Pubblica Amministrazione, tirando le somme, è stata meno o più produttiva pre-pandemia?

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      Se lavori per un Ente pubblico, un Comune o un Unione di Comuni e vuoi avere maggiori informazioni sui servizi che UrbisMap può offrire personalizzandoli in base alle tue esigenze, compila il form sottostante. Ti risponderemo in brevissimo tempo per fornirti tutti i dettagli, anche economici, sul servizio.

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        Agente Immobiliare: il tuo asso nella manica si chiama Urbismap

        Il mondo delle Agenzie Immobiliari sta cambiando, velocemente e costantemente. La trasformazione digitale prende sempre più piede e le nuove tecnologie stanno cambiando quella che è la figura dell’Agente Immobiliare: l’esigenza di stare al passo con queste tecnologie è alta perché sono mutate le esigenze di chi compra e di chi vende. Quindi del mercato!

        Le competenze di un professionista rimangono sempre insostituibili, ma senza un approccio innovativo legato all’utilizzo di strumenti tecnologici c’è una grossa probabilità di perdere una numerosa fetta del proprio giro d’affari. L’utilizzo di strumenti tecnologici a supporto del lavoro nell’immobiliare permette di modellare meglio il proprio tempo a disposizione, facilitare il lavoro da remoto e migliorare il rapporto con i clienti. Si stima che il mancato utilizzo di tali strumenti potrebbe incidere fra il 30% e il 50% in termini di calo del fatturato.

        Cosa può fare Urbismap per l’Agente Immobiliare?

        Uno strumento tecnologico che può fare la differenza in questo senso è proprio Urbismap!

        Urbismap, tramite la sua piattaforma online, permette all’Agente di lavorare in maniera semplice e veloce, facendo guadagnare tempo prezioso a tutta la sua attività. Aiuta a mostrare ai clienti il patrimonio immobiliare in carico, fornire le giuste informazioni tecniche, urbanistiche e catastali legate agli immobili e individuare eventuali condizioni urbanistico-normative che ne limitano le eventuali trasformazioni future.

        Si potrebbe anche dire che l’Agente immobiliare con esperienza consolidata su un determinato territorio, riesca facilmente a bypassare l’utilizzo di tali strumenti, dotandosi delle sole conoscenze acquisite negli anni. Sappiamo anche, però, che strumenti urbanistici, norme e vincoli possono cambiare frequentemente, modificando così di fatto il valore degli immobili, in termini di mercato e di trasformazione.

        Rimanere aggiornati, quindi, diventa difficile e insostenibile senza strumenti tecnologici studiati ad hoc, i quali offrono una lettura immediata (e aggiornata) dei dati, evitando così tempi di attesa determinati dalla ricerca e acquisizione dei dati stessi.

        Urbismap, in tempo reale, mentre siete in presenza del vostro cliente durante la visione della casa, consente dallo smartphone e in pochi click di avere tutte le informazioni tecniche e urbanistiche che possono essere determinanti per i clienti in via preliminare. Come detto in precedenza, uno strumento tecnologico che ti consente di guadagnare tempo prezioso per la tua attività e migliorare il rapporto di fiducia con il proprio cliente.

        asso nella manica agente immobiliare

        Ci sono tanti servizi online dedicati all’assistenza di un agente immobiliare, tra cui quelli legati alla gestione del proprio patrimonio immobiliare in vendita, all’acquisizione delle visure catastali, oppure della gestione della privacy e dell’antiriciclaggio. Nessuno di questi, però, riesce a fornire risposte a quesiti prettamente tecnici con pochi click sullo smartphone.

        Urbismap si pone come obiettivo quello di potenziare la figura dell’Agente Immobiliare offrendogli uno strumento di ultima generazione che lo aiuti nel supportare al meglio i proprio clienti.

        La trasformazione digitale di questo settore è già in atto e Urbismap può essere il tuo asso nella manica.

        Aiutaci a migliorare

        Che tu utilizzi o meno la nostra piattaforma, ti chiediamo 10 secondi del tuo tempo prezioso per rispondere a due domande. Per noi è fondamentale avere dei feedback, che ci consentono di migliorare e accrescere il nostro servizio anche per il settore immobiliare! Quindi, se sei un agente immobiliare:

        – Che tipo di funzione vorresti trovare, all’interno di Urbismap, per svolgere al meglio il tuo lavoro?

        – Usi già una delle nostre funzioni, come la miglioreresti?

        Ti ringraziamo e ti invitiamo a scriverci un commento qui sotto con le risposte.

        Bologna: approvato il nuovo Piano Urbanistico Generale e la variante al Regolamento Edilizio

        26 Luglio 2021 è la data che stabilisce l’approvazione, da parte del consiglio comunale di Bologna, del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) della città. Un nuovo strumento che permette la trasformazione della città attraverso tre principali obiettivi: Resilienza e Ambiente, Abitabilità e inclusione, Attrattività e lavoro. Nella stessa seduta è stata approvata anche la variante al Regolamento Edilizio. Sia il piano che la variante entreranno in vigore a partire dal 29 settembre 2021.

        Come cambia l’immagine della città con questo nuovo piano?

        Bologna vuole essere una città moderna ed europea e con i principali obiettivi del PUG punta alla realizzazione di strategie urbane e locali, cioè cerca di stabilire per ciascuna area della città, le priorità, le criticità e le opportunità per la rigenerazione dello spazio pubblico.

        Ma vediamo nello specifico i tre obiettivi che caratterizzano il piano.

        – Resilienza e Ambiente: Assicurare salute e benessere a chi abita la città oggi e a chi la abiterà domani, minimizzando i rischi per le persone e le cose, anche quelli che derivano dal cambiamento climatico, sostenendo la transizione energetica. Assumere i target dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e dell’Agenda Metropolitana come traduzione degli obiettivi del piano secondo un approccio metabolico.

        – Abilità e inclusione: Sostenere la crescita demografica offrendo abitazioni e servizi cui famiglie, giovani e studenti possono accedere garantendo altresì spazi innovativi per il lavoro.

        – Attrattività e Lavoro: Rafforzare e adeguare le infrastrutture sopra e sottosuolo, per sostenere l’innovazione e la crescita economica, mettendo in valore le dinamiche locali; favorire i nuovi lavori e l’affermarsi di un’economia circolare.

        Piano urbanistico generale bologna e variante regolamento edilizio

        Le strategie e la loro attuazione sul territorio

        Una volta definiti i tre grandi obiettivi principali del piano urbanistico generale che proiettano la città nel futuro, sulla base di essi si strutturano le strategie per la qualità urbana ed ecologico-ambientale che si definiscono nell’attuazione di azioni mirate.

        Per quanto riguarda Resilienza e ambiente le strategie puntano alla rigenerazione dei suoli antropizzati per contrastare il consumo di suolo, lo sviluppo dell’eco-rete urbana, la prevenzione e mitigazione dei rischi, il sostegno alla transizione energetica e ai processi di economia circolare.

        Abilità e inclusione richiede invece l’estensione delle possibilità di accesso alla casa, la diffusione di una rete equilibrata di attrezzature e servizi di qualità, il ridisegno degli spazi aperti e la conservazione dei caratteri del paesaggio storico urbano, rinnovandone il ruolo.

        Per Attrattività e lavoro è necessario sostenere una complessiva re-infrastrutturazione urbana, favorire l’insediamento diffuso delle attività economiche in condizioni di compatibilità ambientale, sostenere la qualificazione dei poli metropolitani integrali in luoghi da abitare inseriti nel contesto, qualificare la relazione tra territorio urbano e territorio extraurbano.

        Nuovo PUG di Bologna: quando su Urbismap?

        Abbiamo gia iniziato ad integrare il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) di Bologna, così da poter sostituire quello attualmente presente su UrbisMap e rendere il servizio del Geoportale sempre più preciso e puntuale.

        Appena il Piano verrà pubblicato vi aggiorneremo, nel frattempo continuate ad utilizzare UrbisMap tramite questo link. La nostra piattaforma è sempre aggiornata e user friendly da tutti i tuoi dispositivi.

        Interoperabilità SUAPE per il Settore Tributi di Terralba

        Più volte vi abbiamo raccontato il lavoro svolto da Urbismap per il suo nuovo servizio di interoperabilità dello sportello regionale SUAPE. In questo vecchio articolo “Modulo Suape di Urbismap, vi abbiamo descritto tutto ciò che l’implementazione consente di fare a Comuni o Unioni di Comuni che la richiedono, volta soprattutto ad incrementare accessibilità del dato, semplificazione dei procedimenti e abbattimento burocratico.

        Interoperabilità SUAPE: cos’è e cosa consente di fare

        In parole povere, l’interoperabilità tra lo sportello SUAPE e sistemi già in dote all’Ente, come Urbismap, consente di “richiamare” i dati dell’uno, per essere letti nell’altro. Ovvero, su Urbismap, grazie all’interoperabilità SUAPE, i Comuni possono ricercare, consultare e scaricare le pratiche dello sportello regionale direttamente dal Geoportale sul quale sono state automaticamente georeferenziate.

        Il servizio, se associato a quello di dematerializzazione della banca dati cartacea comunale, fa sì che l’Ente abbia a disposizione tutta la documentazione edilizia, commerciale e urbanistica all’interno di un unico sistema (il Geoportale, in questo caso).

        In quale modo, però, il servizio si adatta e può essere utile ad altri settori oltre a quello tecnico-urbanistico? Personalizzandolo! E noi lo abbiamo fatto per il settore tributi del Comune di Terralba.

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        Personalizzare per semplificare: il settore tributi di Terralba.

        Dopo aver sviluppato il servizio di interoperabilità SUAPE per l’Unione dei Comuni del Terralbese, alla quale offriamo anche il servizio di Gestione dello sportello regionale, il Comune di Terralba, in particolare il settore tributario, ci ha chiesto se fosse possibile personalizzare il servizio in base alle loro specifiche esigenze. La nostra risposta è stata si, ma vediamo quali erano tali esigenze.

        Da un po’ di tempo l’organico comunale del settore finanziario, non riusciva a stare al passo con le richieste di oneri e tributi da dover richiedere alle attività commerciali presenti sul territorio comunale. I motivi erano diversi, tra cui poco personale, poca specializzazione nell’utilizzo dello sportello telematico, ma anche l’assenza di software che garantissero una lettura immediata dei dati che effettivamente occorrono al personale per il calcolo dei tributi.

        Quest’ultima esigenza ha fatto sì che negli anni l’organico del servizio dovesse navigare tra centinaia di pratiche all’interno dello sportello SUAPE, alla ricerca delle singole pratiche di proprio interesse, ovvero quelle di avvio, variazione o cessazione attività, da cui poter ricavare le informazioni necessarie a poter calcolare e poi richiedere i tributi alle attività produttive. Informazioni contenute all’interno della modulistica SUAPE.

        Come velocizzare e semplificare tutto questo?

        Personalizzando il sistema che su Urbismap attiva l’interoperabilità dello sportello SUAPE. La personalizzazione, dedicata solo agli operatori del settore tributi del Comune di Terralba, si basa sulla visualizzazione delle sole pratiche SUAPE di avvio, variazione e cessazione attività, ovvero le sole che interessano l’ufficio tributi comunale.

        Il filtro, oltre a poter essere ulteriormente personalizzato dall’utente tramite la maschera di ricerca (per nome e cognome, codice fiscale, partita iva, arco temporale, etc), estrae dai moduli della pratica, automaticamente, le voci rilevanti per il calcolo dei tributi da parte dell’operatore, come la superficie commerciale sulla quale verrà poi calcolata la TARI.

        Con questo sistema, gli operatori avranno sotto mano la sola documentazione necessaria al calcolo dei tributi, velocizzando così le operazioni di richiesta degli stessi, del pagamento da parte delle attività, ovvero aumentando la liquidità delle casse comunali.

        Inoltre, la personalizzazione ha permesso all’ufficio di poter verificare le istanze a ritroso, effettuando un approfondito controllo sulle pratiche delle annualità precedenti per accertarsi che non vi fossero in corso richieste di tributi pendenti.

        Infine, l’implementazione ha incluso un servizio di allert che notifica, solo agli operatori abilitati al servizio, l’arrivo di una nuova pratica di avvio, variazione o cessazione all’interno nello sportello SUAPE. L’avviso consente agli operatori di non perdere più traccia delle pratiche in arrivo di proprio interesse, e procedere a regime sulle operazioni di richiesta dei tributi alle attività produttive.

        Il lavoro svolto dal Comune di Terralba si sposa perfettamente con i concetti di semplificazione, digitalizzazione e snellimento della Pubblica Amministrazione. Servizi più versatili, veloci e puntuali, rivolti al cittadini, porteranno ad una miglior percezione della macchina burocratica, oltre che ad una migliore qualità della vita.

        Lavori per una Pubblica Amministrazione e vuoi provare UrbisMap, insieme all’interoperabilità con il Suape? Richiedici maggiori informazioni: scrivici utilizzando il form sottostante, oppure via e-mail a urbismap@gmail.com.

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          Comune di Oristano: esempio digital di una buona amministrazione 2.0

          Sulla scia rivoluzionaria delle pubbliche amministrazioni annunciata dal PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza) oggi vorremo parlare di un comune isolano che da tempo si distingue per le sue azioni, un comune che sta attuando una vera e propria strategia di implementazione di servizi pubblici digitali ai suoi cittadini.

          Parliamo di Oristano, comune da 30.500 abitanti situato nell’omonima provincia, che negli ultimi anni ha investito molto per organizzare processi e servizi cercando di intercettare le esigenze di tutte le fasce della popolazione, secondo l’idea per cui la digitalizzazione funziona se tutti gli attori della partita vincono: cittadini, dipendenti dell’ente e amministratori.

          Ma quali sono i servizi che Oristano offre ai suoi cittadini?

          Da circa un mese i cittadini possono toccare con mano la digitalizzazione della pubblica amministrazione, tramite l’utilizzo dell’App IO che consente l’accesso a tutti i servizi digitali che il comune può offrire in maniera semplice e personalizzata, direttamente su smartphone.

          “È un importante passo avanti verso la semplificazione dei rapporti cittadino-amministrazione che già oggi consente notevole risparmio di tempo al cittadino, ma che in futuro, con le successive implementazioni di servizi, avrà un impatto ancora più importante anche economicamente. Il cittadino deve sentire l’amministrazione al suo fianco, non come elemento di contrapposizione.

          Il sindaco Andrea Lutzu

          Un altro servizio online che il comune offre ormai da due anni è UrbisMap: il nostro sistema informativo territoriale che facilita la comunicazione tra Pubblica Amministrazione e cittadino, offrendo la consultazione di tutti i dati urbanistici, catastali e normativi tramite un sistema in Cloud con interfaccia facile e intuitiva.

          L’assessore all’urbanistica Gianfranco Licheri è un sostenitore del servizio e invoglia i propri cittadini all’utilizzo del Geoportale. Come Ad esempio per il bonus facciate. Infatti, grazie ad UrbisMap i cittadini di Oristano possono verificare, gratuitamente e velocemente, se il proprio immobile rientra nelle zone e sottozone urbanistiche che possono accedere al bonus.

          Il Comune di Oristano si avvale di UrbisMap anche per un altro servizio: l’interoperabilità dello sportello SUAPE. L’integrazione del Bacino SUAPE dell’Ente all’interno del Geoportale, ha permesso di georeferenziare e rendere disponibili alla consultazione qualsiasi pratica edilizia e produttiva, con disponibilità di download dei dati, moduli e allegati compresi.

          Il modulo, finanziato grazie al Bando della Regione Sardegna, consente al Comune di velocizzare i processi istruttori delle pratiche e, conseguentemente, ridurre i tempi di rilascio dei provvedimenti finali. Semplificazione per l’Ente, ma soprattutto velocizzazione per i privati cittadini e liberi professionisti.

          Infine, da anni Oristano ha avviato il proprio processo di digitalizzazione, dalla dematerializzazione degli archivi cartacei ai sistemi di pagamento online, che dimostrano una visione al futuro sempre più smart, in linea con l’attuale processo di rinnovamento dettato dal PNRR che porterà, entro il 2026, il 75% delle pubbliche amministrazioni italiane ad essere digitali.

          Che vantaggi si acquisiscono grazie anche alla digitalizzazione?

          Una buona Pubblica Amministrazione che vuole semplificare e digitalizzare offre ai propri cittadini una buona qualità della vita. Il modo di pensare, così virtuoso, elastico e adatto al cambiamento, si riflette su tutti gli aspetti della vita territoriale. Non a caso (come abbiamo già citato in diversi articoli e post) molte cittadine del territorio isolano sono ai primi posti tra le città più smart d’Italia. È questa ottima qualità della vita nel comune di Oristano che recentemente l’ha portata al terzo posto a livello nazionale per la qualità dei servizi digitali offerti ai bambini (in base agli indicatori statistici selezionati dal Sole 24 Ore).

          La buona amministrazione e la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, ha portato ad un miglioramento delle condizioni di vita, un assottigliamento delle lacune nei confronti dei più fragili e un adeguamento alle aspettative dei più giovani che oggi vedono nelle istituzioni uno strumento di supporto e non più un qualcosa da demonizzare.

          “Siamo orgogliosi di questo risultato, ma per Oristano non è una novità assoluta. Da anni Torre Grande è premiata dai pediatri italiani con la bandiera verde come spiaggia a misura di bambino. Inoltre, le stesse classifiche del Sole 24 ore ogni anno attribuiscono buoni risultati sulla qualità della vita, con punte di eccellenza su indicatori come l’ecosistema urbano e la sicurezza.

          Il sindaco Andrea Lutzu

          Se lavori per un Ente pubblico, un Comune o un Unione di Comuni e vuoi avere maggiori informazioni sui servizi che UrbisMap può offrire personalizzandoli in base alle tue esigenze, compila il form sottostante. Ti risponderemo in brevissimo tempo per fornirti tutti i dettagli, anche economici, sul servizio.

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            PNRR, Pubbliche Amministrazioni: obiettivo servizi in cloud entro 2026

            L’obiettivo è ambizioso, il PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza) vuole portare l’Italia ad essere uno dei paesi di testa in ambito europeo entro il 2026.

            Gli step da raggiungere sono cinque:

            • La diffusione dell’identità digitale, con lo scopo che venga utilizzata da almeno il 70% della popolazione;
            • Colmare il gap di competenze digitali, con almeno il 70% della popolazione digitalmente abile;
            • Portare il 75% delle PA ad utilizzare servizi in cloud;
            • Erogare online almeno l’80% dei servizi pubblici essenziali;
            • Permettere a famiglie ed imprese italiane di essere raggiungibili attraverso reti a banda ultra-larga in collaborazione con il Mise;

            Le risorse messe in campo per attuare questo piano sono ingenti, 6.71 miliardi di euro per la creazione di reti a banda ultra-larga e 6.74 miliardi di euro per la digitalizzazione delle PA.

            “L’obiettivo è rendere la Pubblica Amministrazione la migliore “alleata” di cittadini e imprese, con un’offerta di servizi sempre più efficienti e facilmente accessibili.

            Per fare questo si agisce sugli aspetti di infrastruttura digitale spingendo le amministrazioni alla migrazione in cloud, accellerando cosi l’interoperabilità tra enti pubblici e snellendo le procedure di servizio al cittadino. È proprio il cittadino che ha giovamento da questa nuova situazione perché migliora sua accessibilità al servizio e ciò porta la comunità a raggiungere gli standard condivisi da tutti gli stati membri dell’unione europea.

            Come si inserisce Urbismap nel contesto PNRR dei servizi in cloud?

            Urbismap nasce proprio in questo contesto. Lo scopo è quello di facilitare cittadini e liberi professionisti nell’accesso ai dati territoriali, urbanistici, catastali e normativi attraverso la nostra piattaforma online. Per la Pubblica Amministrazione, al contempo, si riducono costi di installazione e manutenzioni, velocizziamo e semplifichiamo i processi tra enti e si riducono attese e richieste provenienti dall’esterno. Ultimo ma non ultimo, anzi fondamentale, abbiamo un sistema in cloud sempre aggiornato. Il risultato è che siamo lo strumento giusto a cui una pubblica amministrazione deve rivolgersi per attuare il prossimo PNRR!

            Il nostro servizio di dematerializzazione degli archivi comunali consiste nel convertire in digitale tutta la documentazione presente negli archivi dell’ente. Nello specifico ci rivolgiamo al settore tecnico comunale (digitalizzazione pratiche edilizie e la loro georeferenziazione su mappa), ma si può attuare perfettamente in qualsiasi altro settore comunale. Ed è proprio questo che si sposa perfettamente con le linee guida dettate dal PNRR.

            Procediamo in questo modo: acquisiamo, verifichiamo e smistiamo tutte le pratiche cartacee che l’ente ci consegna. Poi, in accordo con l’Ente, scegliamo come catalogarle, archiviarle e georeferenziarle. Con l’utilizzo di macchine professionali procediamo alla scansione dei documenti cartacei, dai grandi formati a quelli più piccoli. Dopo la scansione, il documento digitale viene salvato su database in cloud certificati.

            Il servizio è semplice, ma estremamente utile all’Ente e rientra perfettamente nel concetto di snellire le procedure di servizio ai cittadini che non dovranno più aspettare settimane per una richiesta di accesso agli atti. Al tempo stesso, è utile ai dipendenti comunali per migliorare e velocizzare ogni singola lavorazione.

            Quando saranno disponibili i fondi PNRR per la digitalizzazione delle PA?

            Al momento non è dato saperlo. Sappiamo che in questa prima fase di attuazione del PNRR ci sarà il reclutamento da parte delle pubbliche amministrazioni di figure tecniche a tempo determinato da inserire nei propri organici. Nello specifico, 500 unità di personale non dirigenziale a tempo determinato per un periodo anche superiore a 36 mesi (non eccedente la durata del completamento del PNRR e comunque non oltre il 31 dicembre 2026) con la funzione di coordinamento istituzionale, gestione, attuazione, monitoraggio e controllo del PNRR. 268 nuovi esperti per il supporto alla transazione digitale, all’innovazione e alla cyber-sicurezza nella pubblica amministrazione. Inoltre, l’agenzia per l’Italia Digitale è autorizzata ad assumere a tempo determinato un contingente di personale di 67 unità.

            “Il provvedimento istituisce percorsi semplificati e straordinari sia per assumere a tempo determinato le figure professionali che dovranno lavorare ai progetti del piano, sia per conferire incarichi di consulenza con sistemi più trasparenti. Il decreto favorisce anche l’osmosi tra pubblico e privato e la fluidità dei percorsi di carriera, come la Commissione europea ci chiede da tempo.

            Renato Brunetta

            Se lavori per un Ente pubblico, un Comune o un Unione di Comuni, e vuoi avere maggiori informazioni sul servizio di Urbismap di dematerializzazione degli archivi e del servizio in cloud, puoi scriverci tramite il form sottostante. Ti risponderemo in brevissimo tempo per fornirti tutti i dettagli, anche economici, sul servizio.

            PS: monitora il nostro blog! Ti terremo costantemente aggiornato sugli sviluppi del PNRR e su tutte le possibilità economiche e tecnologiche che lo Stato metterà a disposizione degli Enti pubblici e dei cittadini.

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